Tunisia. La via pacifica all'indipendenza by Kenneth J. Perkins

Tunisia. La via pacifica all'indipendenza by Kenneth J. Perkins

autore:Kenneth J. Perkins [Perkins, Kenneth J.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Africa, General, Modern, 20th Century, Political Science, Political Process, Political Advocacy
ISBN: 9788895324333
Google: BMFynQEACAAJ
editore: Beit
pubblicato: 2013-10-15T23:23:55+00:00


CAPITOLO 5

Lo stato indipendente prende il via, 1956-1969

LO STATO AL SERVIZIO DEL PARTITO, IL PARTITO AL SERVIZIO DEL PRESIDENTE

L’ampio consenso di cui godeva ben Yusuf sconvolse Burqiba. Ammantandosi dei suoi titoli di al-za’im (capo) e al-mujahid al-akbar (grande combattente) il leader del Neo-Dustur era infatti convinto di essersi guadagnato la gratitudine e la lealtà di tutti i tunisini, grazie anche al suo carisma e al suo impegno per la causa nazionalista. La ribellione, che raggiunse il culmine verso la fine del 1955 rischiando di sprofondare il paese in una guerra civile, gettò un’ombra sulle celebrazioni per la fine del protettorato, tenutesi nel marzo del 1956. Questa costante minaccia ricordò a Burqiba che i tunisini si rendevano perfettamente conto di come, nella lotta per l’indipendenza, anche personaggi con opinioni molto diverse dalle sue avessero svolto un ruolo fondamentale. Presiedere il Neo-Dustur non garantiva dunque la lealtà incondizionata delle masse, anche perché all’interno del partito erano venute a crearsi profonde divisioni.

Burqiba si era servito magistralmente della retorica nazionalista per mobilitare centinaia di migliaia di tunisini con l’obiettivo, più che condivisibile, di mettere fine al dominio francese, ma una volta raggiunta l’indipendenza gli infervorati discorsi contro il colonialismo persero di attualità. Inoltre, per far sì che da questa vittoria potesse nascere uno Stato florido, prospero e moderno si sarebbero dovuti persuadere gli stessi tunisini della bontà di alcuni principi economici e sociali che durante la campagna contro il regime del protettorato erano stati trascurati, vale a dire di idee il cui valore intrinseco non era sempre evidente e che solo raramente ottennero l’ampio sostegno di cui aveva invece goduto la causa della libertà nazionale. Per conquistarsi il consenso della popolazione su vasta scala era quindi necessario promuovere l’istruzione. Mentre si provvedeva in questo senso, Burqiba si preparò a implementare il suo programma per il periodo successivo all’indipendenza e si tutelò da futuri problemi assicurandosi un posto nel nuovo governo e consolidando la sua posizione all’interno del Neo-Dustur. Con una sicurezza che spesso rasentava l’arroganza, Burqiba assunse quindi il ruolo di patriarca, insegnante e precettore, mettendo bene in chiaro che lui, padre fondatore della Tunisia moderna, sapeva meglio di chiunque altro di che cosa i tunisini, suoi figli, avessero bisogno.

Le elezioni della commissione incaricata di scrivere la Costituzione, programmate prima che i francesi decidessero di mettere fine al protettorato, si tennero come previsto il 25 marzo, meno di una settimana dopo l’indipendenza. In gennaio, nel corso di una riunione segreta con il bey, Burqiba aveva minacciato di rivelare che Amin simpatizzava per ben Yusuf qualora il sovrano non avesse approvato una legge elettorale grazie alla quale gli elettori avrebbero votato per una lista di candidati proposti dal partito e la lista che avesse raggiunto la maggioranza in un distretto avrebbe ottenuto il seggio corrispondente. Questo sistema garantì ai candidati del Neo-Dustur nominati dall’ufficio politico il controllo della commissione, ma era basato su un principio che contrastava con le continue richieste dei nazionalisti per un’assemblea a elezione popolare, dal momento che i votanti si trovavano a dover approvare o bocciare nella sua interezza una lista stilata dai funzionari del partito.



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