Tutte le novelle (1905-1913) Vol. 2 by Luigi Pirandello

Tutte le novelle (1905-1913) Vol. 2 by Luigi Pirandello

autore:Luigi Pirandello [Pirandello, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR
pubblicato: 2007-11-14T23:00:00+00:00


O di uno o di nessuno1

I

Chi era stato? Uno de’ due, certamente. O forse un terzo, ignoto. Ma no: in coscienza, né l’uno né l’altro de’ due amici avevano alcun motivo di sospettarlo. Melina era buona, modesta; e poi, così disgustata dall’antica sua vita; a Roma non conosceva nessuno; viveva appartata e, se non proprio contenta, si dimostrava gratissima della condizione che le avevano fatta, richiamandola due anni addietro da Padova dove, studenti allora d’università, l’avevano conosciuta.

Vinto insieme un concorso al Ministero della guerra, collegata la loro vita in tutto, Tito Morena e Carlino Sanni avevano stimato prudente e giudizioso, due anni addietro, cioè ai primi aumenti dello stipendio, provvedere anche insieme al bisogno indispensabile d’una donna, che li curasse e salvasse dal rischio a cui erano esposti, seguitando ciascuno per suo conto a cercare una qualche sicura stabilità d’amore, di contrarre un triste legame, non men gravoso d’un matrimonio, per adesso e forse per sempre conteso loro dalle ristrettezze finanziarie e dalle difficoltà della vita.2

E avevano pensato a Melina, tenera e dolce amica degli studenti padovani, che erano soliti andar a trovare in via del Santo, nelle sere d’inverno e di primavera lassù. Ecco: Melina sarebbe stata la più adatta per loro: avrebbe recato con sé da Padova tutti i lieti ricordi della prima, spensierata gioventù. Le avevano scritto; aveva accettato; e allora (giudiziosamente, come sempre) avevano disposto che ella non coabitasse con loro. Le avevano preso in affitto due stanzette modeste in un quartiere lontano, fuori di porta, e lì andavano a trovarla, ora l’uno ora l’altro, così come s’erano accordati, senza invidia e senza gelosia.3

Tutto era andato bene per due anni, con soddisfazione d’entrambi.

D’indole mitissima, di poche parole e ritegnosa, Melina si era mostrata amica a tutt’e due, senz’ombra di preferenza né per l’uno né per l’altro. Erano due bravi giovani, bene educati e cordiali. Certo, uno – Tito Morena – era più bello; ma Carlino Sanni (che non era poi brutto neanche lui, quantunque avesse la testa d’una forma curiosa) molto più vivace e grazioso dell’altro.

L’annunzio inatteso, di quel caso impreveduto, gettò i due amici in preda a una profonda costernazione.

Un figlio!

Uno di loro due era stato, certamente; chi de’ due, né l’uno né l’altro, né la stessa Melina potevano sapere. Era una sciagura per tutti e tre; e nessuno de’ due amici s’arrischiò a domandare dapprima alla donna: «Tu chi credi?» per timore che l’altro potesse sospettare ch’egli intendesse con ciò di sottrarsi alla responsabilità, rovesciandola soltanto addosso a uno; né Melina tentò minimamente d’indurre l’uno o l’altro a credere che il padre fosse lui.

Ella era nelle mani di tutti e due, e a tutti e due, non all’uno né all’altro, voleva affidarsi. Uno era stato; ma chi de’ due ella non solo non poteva dire, ma non voleva nemmeno supporre.

Legati ancora alla propria famiglia lontana, con tutti i ricordi dell’intimità domestica,4 Carlino Sanni e Tito Morena sapevano che questa intimità non poteva più essere per loro, staccati come già ne erano per sempre. Ma,



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