Tutti i mondi possibili by Telmo Pievani

Tutti i mondi possibili by Telmo Pievani

autore:Telmo Pievani [Pievani, Telmo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788832856965
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2024-08-25T22:00:00+00:00


La fortezza di If

[…] In quell’impero, l’Arte della Cartografia raggiunse tale Perfezione che la mappa d’una sola Provincia occupava tutta una Città, e la mappa dell’impero, tutta una Provincia. Col tempo, codeste Mappe Smisurate non soddisfecero e i Collegi dei Cartografi eressero una Mappa dell’Impero, che uguagliava in grandezza l’Impero e coincideva puntualmente con esso. Meno Dedite allo Studio della Cartografia, le Generazioni Successive compresero che quella vasta Mappa era Inutile e non senza Empietà la abbandonarono alle Inclemenze del Sole e degl’Inverni. Nei deserti dell’Ovest rimangono lacere Rovine della Mappa, abitate da Animali e Mendichi; in tutto il paese non è altra reliquia delle Discipline Geografiche.

jorge luis borges, L’artefice

Il morfospazio di tutti gli animali possibili è un’astrazione, un gioco cerebrale, che però ci fa scoprire pezzi di verità. Un contenuto di pensiero incrocia la realtà e la spiega, anticipandola. Ma perché nella scienza si immaginano mondi ideali, che di per sé non esistono, per spiegare la realtà? Per rispondere potremmo citare gli esperimenti mentali, così cari a Galileo Galilei e a Albert Einstein. Storie di ascensori in caduta libera, cavalli e treni in corsa, navi, orologi sincronizzati. Potremmo richiamare il valore delle simulazioni e delle anticipazioni predittive di entità non ancora osservate, dal bosone di Higgs alle onde gravitazionali, per non dire di pianeti, buchi neri, pulsar, specie biologiche non ancora classificate, elementi chimici.

Tutta questa ricchezza della natura non si è presentata nuda agli occhi dello scopritore, non è stata osservata e descritta nella sua disadorna oggettività: piuttosto, è comparsa nella mente di qualcuno ben prima che qualcun altro ne captasse il segnale di esistenza. Ma la risposta migliore alla domanda circa l’enigmatico potere delle astrazioni è stata data, anche questa volta, da uno scrittore: Italo Calvino.

La prigione perfetta

La scienza incontra la molteplicità e cerca, spesso invano, di ricondurla a unità, cospirando contro i dettagli, le ambiguità, le eccezioni. Per sfuggire all’angoscia di ciò che è innumerabile e inclassificabile, prova a incasellare l’esperienza in scatole ben definite: quasi mai ci riesce, ma non può non farlo. La letteratura altresì contempla la molteplicità e – dice Italo Calvino nel 1978 dialogando con Daniele Del Giudice – immagina “un sistema di moltiplicazione dei possibili per esorcizzare la tragicità dell’unicità. Il fatto che la vita è una, che ogni avvenimento è uno, il che comporta la perdita di miliardi di altri avvenimenti, perduti per sempre. Narratore è colui che vuole sottrarsi a questo destino” (in Bucciantini, p. 131). Vivere la propria unica vita significa perdere miliardi di altre vite possibili, ciascuna delle quali avrebbe potuto sgorgare da una minima divergenza, deviazione o biforcazione nel tessuto della realtà.

Forse anche per questo Borges concepì la biblioteca di Babele, perché come Calvino si era scontrato con i limiti del visibile, con la minaccia del caos, e aveva avvertito l’urgenza esistenziale profonda di tentare, nonostante tutto, una via di fuga. Ma nello scrittore argentino il labirinto della biblioteca sembra preesistere a ogni umano sforzo, muto e soverchiante come un Moloch. In Calvino invece ci si finisce dentro per via di un ragionamento matematico che dischiude possibilità.



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