Un Giorno di fuoco by Beppe Fenoglio

Un Giorno di fuoco by Beppe Fenoglio

autore:Beppe Fenoglio [Fenoglio, Beppe]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-21T05:01:59+00:00


I premilitari

In una gelata mattina festiva del gennaio 1939, quella che era alternativamente piazza d’armi e foro boario nereg-giava di centinaia di giovani fascisti in servizio prelimina-re, cittadini e delle grosse frazioni rurali. Johnny l’anglofi-lo andò al punto d’adunata del suo plotone, tra uno spigolo del Tribunale e il chioschetto della pesa pubblica. Il crudo strato di ghiaccio imprigionava sotto vetro pungoli di cozzoni e mannelli di foraggio, ma l’odore delle bestie passate il giorno innanzi non sopravviveva nell’atmosfera sterilizzata dal freddo.

Johnny affondò nel fitto del suo plotone. Si trattava di Beppe Fenoglio - Un giorno di fuoco 201

un reparto speciale, rispondente alla megalomania del maggiore Borgna comandante del corpo premilitare, un reparto scelto e formato in base al criterio della statura eroica, ragion per cui era detto il plotone dei corazzieri, volgarmente corazze. Trentotto dei suoi quaranta componenti uscivano dalla plebe: meccanici, contadini, lattai, garzoni di panettiere e macellaio, figli di bettolieri.

Due soli studenti, Johnny e Girardi, questi un ragazzo forte e mite, mirante a una laurea in ingegneria. Johnny ci si trovava abbastanza a suo agio, meglio forse che in qualunque altro reparto a prevalenza studentesca; quanto a Girardi, interrogato in proposito, aveva sorriso misteriosamente e scrollato le ampie spalle.

Durante l’istruzione gli sguardi dei capi stavano per lo più puntati sui corazzieri, perché da questi ve niva invariabilmente tanto la più notevole prestazione quanto il segnale della resistenza passiva e peggio. Quando poi degenera-vano in effettiva insubordinazione, allora istruttori e cadetti si rivelavano praticamente impotenti e vedevi il Beppe Fenoglio - Un giorno di fuoco 202

vicecomandante Goghi affrettarsi dal maggiore Borgna, rimettesse a posto lui le corazze. E il maggiore veniva, sulle gambe da trampoliere, protruso il petto quadrato, lieto della chiamata, felice di poter dispiegare il suo magistero e imperio davanti agli avviliti subalterni.

Rimettere a posto le corazze si compendiava in istruzione durissima, personalmente programmata e comandata dal maggiore, e preceduta da dieci lunghi minuti di invettive e punizioni corporali. Poiché il maggiore non ignorava che i corazzieri erano, nel bene e nel male, un plotone e non già quaranta singoli individui, cosi il castigo era indiscriminato e collettivo. Le prime volte, sebbene furibondo, il maggiore aveva risparmiato Johnny e Girardi, sapendoli e riconoscendoli liceali e figli di buona famiglia, in quel magma di plebei, quasi di generazione spontanea; ma una terza volta si scatenò come forza di natura e i due studenti toccarono la loro parte di calci e pugni e furono cosi cavalierati agli occhi degli altri corazzieri. Stabilito il precedente, il maggiore Borgna Beppe Fenoglio - Un giorno di fuoco 203

andò poi sempre per le generali.

Si godevano questi ultimi istanti di libertà, fumando tos-sicolosamente Popolari; il respiro e il fumo si condensava tenace nell’aria assiderata, nemmeno smossa dall’inostacolato vento dal fiume, teso e largo, contundente.

Squittì un fischietto, del capomanipolo Goghi, seguito da uno stormo d’altri in un convulso tentativo di sincronismo. Goghi controllò minuziosamente lo schieramento, poi si impalò al centro, aspettando il maggiore Borgna per presentargli la forza. Come tardava, si tolse il berretto e se lo ricalcò meglio sul cranio semipelato.



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