Una e centomila by Enrico Zanette

Una e centomila by Enrico Zanette

autore:Enrico Zanette [Zanette, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manifestolibri
pubblicato: 2022-01-26T20:01:15+00:00


La Semaine Sanglante

Il 21, l’esercito penetra in città e lo fa di sorpresa nei pressi della Porta di Saint-Cloud (sud-ovest, XVI arrondissement), rimasta incredibilmente senza difesa, mentre migliaia di parigini, si pensa totalmente ignari della cosa, assistono a un concerto alle Tuileries. È l’inizio della famigerata Semaine Sanglante. In poche ore entrano in città circa 130 mila soldati che occupano rapidamente i quartieri più ricchi dell’ovest dove vengono accolti come liberatori. Sono uomini particolarmente agguerriti. In quei mesi, mentre a Parigi la rivoluzione cercava il suo senso, a Versailles, l’esercito era stato rimesso in piedi con disciplina, prospettive di carriera e moderne tecniche d’indottrinamento. I generali erano stati scelti tra quelli che avevano brutalmente represso le rivolte nelle colonie africane e d’oltremare, animati dal profondo odio nei confronti dei parigini, dei democratici, dei socialisti. Erano convintamente conservatori, cattolici, alcuni monarchici o bonapartisti che disprezzavano una rivoluzione sociale nella quale non avrebbero avuto spazio. Tra i soldati c’erano diversi volontari animati da simili rancori.

L’indomani dell’entrata in città, il 22, inizia la guerriglia urbana. La difesa è disperata, la sproporzione delle forze in campo è enorme. Nonostante il potenziale di quasi 120 mila uomini, i federati che combattono realmente sono circa 10 mila e mal organizzati. Si difendono come possono, quartiere per quartiere, strada per strada, innalzando barricate e in alcuni casi dando alle fiamme gli edifici in una sorta di strategia della terra bruciata: se avrete Parigi l’avrete in cenere. La resistenza più accanita avviene nei quartieri popolari del nord-est che erano stati il centro della rivolta di marzo. L’ultima barricata cade presumibilmente a Belleville il 28.

Molti comunardi muoiono sul campo, molti altri vengono arrestati e giustiziati sul posto o nelle caserme che diventano luoghi di carneficine. Di fronte all’agire brutale dell’esercito, i blanquisti Rigault e Ferré decidono di eseguire a modo loro il decreto degli ostaggi, ordinando l’esecuzione di alcuni prigionieri che in tutto saranno un centinaio.

Il bilancio della guerra civile è impressionante. Più di un terzo della città è distrutta dagli incendi – dovuti anche ai bombardamenti dell’esercito – tra cui l’Hôtel de Ville e alcuni luoghi simbolo del potere come Les Tuileries. Le vittime nell’esercito sono all’incirca 900 mentre tra i comunardi si parla di almeno 6.000, 10.000, 20.000 anche 30.000 morti. Sono numeri raggelanti se si considera che in molti casi si è trattato di esecuzioni a freddo. L’incertezza delle cifre deriva tra l’altro anche dall’esigenza governativa di far sparire al più presto i cadaveri negli inceneritori e nelle fosse comuni – di cui una delle più note è al cimitero Père Lachaise, lungo il muro denominato, in loro memoria Muro dei federati, già luogo di esecuzioni. Bisognava evitare la diffusione di malattie e soprattutto nascondere il genocidio dei rossi.

Oltre ai morti, gli arrestati sono più di 40 mila dei quali un migliaio moriranno già durante la detenzione provvisoria. Tra le condanne, la più terribile e frequente sarà la deportazione nella colonia penale della Nuova Caledonia. Per loro fortuna, qualche migliaio di comunardi riesce a riparare all’estero, principalmente nel Regno Unito, in Belgio, in Svizzera e alcuni raggiungeranno anche l’Italia.



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