Vita e lettere by Carlos Kleiber

Vita e lettere by Carlos Kleiber

autore:Carlos Kleiber [Kleiber, Carlos]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2020-11-18T23:00:00+00:00


TERZA PARTE

Corrispondenza

1989-2003

Le piace l’alce sulla busta? Gli occhi mi sembrano molto espressivi [in italiano nel testo]. E poi ha la posa stolida del vero maestro. Le corna gliele ha messe la fidanzata (era stufa di quella coda corta).

Semper idem,

Carlos Kleiber, 26 marzo 1997

La prima lettera arrivò nel 1989, l’ultima nel 2003. In questo volume ne ho pubblicato la maggior parte, a esclusione di un paio che ho perso e di altre di contenuto esclusivamente personale; queste ultime risalgono alla fine del carteggio e riflettono i sentimenti di Carlos in quella fase tarda della sua vita.

Lette in sequenza, chiariscono come Carlos non si lasciò mai turbare dai rigori della coerenza. La sua mente formidabile era soggetta all’estro del momento e, sempre, disdegnosa di pose, vanterie e certezze adamantine sui rapporti musicali e personali. Mise subito in chiaro che lui non parlava mai degli altri direttori; ma presto (e andasse al diavolo quel mai) cominciò a darmi opinioni personalissime su molti dei suoi colleghi più famosi, e non erano sempre opinioni benevole. Quelli che ammirava, li giudicava secondo standard così alti che lui stesso non era in grado di sostenerli. Chi, ancora adesso, scorra l’indice analitico in cerca di nomi famosi resterà sorpreso dai giudizi offerti su alcune delle bacchette più elogiate del Novecento.

Il tono e la personalità di queste lettere si può valutare dalle formule di saluto. Per anni si firmò «maestro Kleiber». Io ero «Mr.» o «Dr.» o (addirittura…) «Maestro». Ma nel 1993 il suo umorismo aveva preso ormai piede e cominciammo ad affibbiarci reciprocamente nomignoli assurdi che presto divennero «titoli», parte di un nostra personale presa in giro reciproca, in continua evoluzione: farò del mio meglio per spiegarla. Molte sue lettere comprendevano vignette e disegnini, di solito allo scopo di illustrare meglio la sua posizione sui vari argomenti di cui parlavamo.

Qualcuno resterà sorpreso dal vigore delle sue opinioni su due figure pubbliche rispettatissime nel mondo e che invece Carlos riteneva modelli di ipocrisia e di falsità. La prima volta, infatti, io pensai che stesse scherzando e abbozzai una difesa di entrambi, sulla base degli argomenti più comuni. Lui reagì con veemenza, nel caso di Lincoln più volte, all’ipocrisia e all’abuso di potere che attribuiva al personaggio (il generale Robert E. Lee era un essere umano migliore). E a Gandhi non riservava una considerazione più benevola.

Altrettanto sorprendenti potranno risultare le sue preferenze letterarie. Nessun poeta eguagliava l’americana Emily Dickinson, che nominava spesso citandone i versi (probabilmente a memoria); quando gli regalai una t-shirt con Emily Dickinson fu contento come un bambino.

Aveva una conoscenza impressionante della storia e della pratica della direzione d’orchestra e mostrava riverenza per alcuni dei suoi Grandi Vecchi: Bruno Walter, Karajan, Stokowski, Klemperer, Furtwängler, Strauss, Toscanini, Talich, Monteux, Goodall, Mitropoulos, Ansermet, Mravinskij, tutti costoro godevano della sua approvazione ed erano fonte di ispirazione. Fra i suoi contemporanei, sembrava ammirare senza condizioni solo Tennstedt e, scelta rara, Sándor Végh.

Gli piaceva poi condividere con tanti le sue conoscenze e il suo entusiasmo. John Tooley ricorda un pranzo in cui Carlos si sdilinquiva sulle qualità di Dimitri Mitropoulos.



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