Oltre L'Orizzonte by Robert Heinlein

Oltre L'Orizzonte by Robert Heinlein

autore:Robert Heinlein
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Monroe-Alpha lasciò cadere la pistola.

Si affrettò però a riprenderla e corse dietro alla ragazza. Ma questa era già scomparsa. La porta della capanna aperta incorniciava una visione di pini da zucchero e di sequoie, ma nessuna figura umana l'animava. Una ghiandaia gracchiò tra uno sfarfallio di penne turchine: null'altro.

Monroe-Alpha balzò sulla porta e tenendo l'arma spianata scrutò in ogni senso, ma la Foresta dei Giganti l'aveva inghiottita. Certo non poteva essere lontana perché la sua fuga aveva disturbato la gazza ciarliera. Ma dove si era nascosta? Dietro quale di tutti quegli alberi? Se vi fosse stata ancora un po' di neve sul terreno lo avrebbe saputo, ma la neve si era tutta sciolta e il tappeto d'aghi di pino di una foresta sempre verde non rivelava tracce percettibili al suo occhio inesperto.

Prese a muoversi incerto come un segugio che abbia smarrito la pista. Con la coda dell'occhio colse un movimento fuggevole, si girò di scatto, vide un barbaglio bianco e sparò.

Aveva colpito nel segno, era certo, poiché aveva veduto qualcosa stramazzare e giacere immobile dietro il fusto di un alberello giovane. Avanzò verso il giovane pino a passi riluttanti, col proposito di finirla misericordiosamente nel caso che il primo proiettile l'avesse soltanto ferita.

Ma si trattava soltanto di un piccolo cerbiatto. Lo scoppio gli aveva dilaniato il dorso squarciandogli le parti più vitali. Aveva i dolci occhi spalancati, pieni di un rimprovero. Monroe-Alpha se ne scostò subito, vagamente impressionato. Era il primo essere non umano che uccideva.

Non spese molto altro tempo inutile a cercare la ragazza, e acquietò il proprio senso del dovere dicendosi che non aveva comunque alcuna speranza di salvarsi in una foresta montana, affetta com'era da un così grave disturbo alle vie respiratorie.

Monroe-Alpha non ritornò alla capanna. Non vi aveva lasciato nulla e pensò che la piccola stufa elettrica che li aveva riscaldati durante la notte era certamente munita di arresto automatico. In caso contrario, tanto peggio... Lo sciupio che ne sarebbe derivato non lo riguardava. Si diresse senza ulteriori esitazioni al parcheggio sotterraneo dove ritrovò la propria aerovettura, vi sali e mise in moto il girante. Immediatamente dal sistema di segnalazione del traffico del Parco giunse una risposta automatica che s'incise a lettere luminose sull'annunciatore della vetturetta: VIETATO INCROCIARE SULLA FORESTA GIGANTE - INNALZARSI A TREMILA E FILARE. Obbedì meccanicamente; aveva tutt'altro in testa fuorché il pensare a dirigere la piccola aerovettura.

In realtà non pensava a nulla in particolare. Lo stato di letargia, di amara malinconia che lo aveva prostrato prima che il movimento della Rinascita s'iniziasse, ridiscese su di lui con raddoppiata intensità. A quale scopo lottare? Che significava quel cieco, insensato divincolarsi nel tentativo di restare vivi, di generare, di sopravvivere? Premette a tutta forza sulla barra del girante e puntò diritto verso la parete di Monte Whitney nell'irragionevole inconscio intento di finirla una volta per sempre.

Ma l'aerovettura non era fatta per schiantarsi. Con l'aumento di velocità il copilota estese il raggio delle proprie sonde; i klystroni informarono il segnalatore di rotta; i solenoidi vibrarono lievemente e la macchina si librò ad angelo, superando il picco rupestre.



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