Taz by Kenneth Robeson

Taz by Kenneth Robeson

autore:Kenneth Robeson [Robeson, Kenneth]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Doc Savage
editore: emmebooks
pubblicato: 2015-08-11T16:00:00+00:00


Monk posò la sua cassetta, afferrò una sedia e corse verso il punto da cui era saltato l'uomo con la rivoltella. Il salto era tutt'altro che facile, comunque l'uomo ce l'aveva fatta e si stava allontanando di corsa. Monk gli scaraventò addosso la sedia e lo colpì. L'altro crollò a terra.

L'individuo però era rimasto soltanto tramortito e non aveva mollato la pistola. Anziché rialzarsi, rimase coricato sul pavimento e aprì il fuoco contro Monk. Il brutto chimico fu costretto a ritirarsi.

In quel momento, la sirena della nave cominciò a ululare con un fischio assordante. Ormai era impossibile capirsi anche parlando a voce altissima.

Dopo aver gridato a pieni polmoni, Doc e i suoi passarono all'alfabeto muto, di cui erano espertissimi.

«L'apparato radio è fuori uso» segnalò Monk, con le dita.

«Sì» rispose Doc Savage, con lo stesso sistema. «Dobbiamo cercare di impedire che raggiungano la sala macchine».

Si diressero, correndo, verso prua, dove c'era la scaletta che scendeva alla sala macchine. Passarono vicino a una manica d'aria da cui salivano strani rumori. Doc bloccò il gruppo.

«Ascoltate» segnalò, sempre con le dita, e indicò la bocca d'aria.

Dalla grande manica ricurva arrivò un gemito soffocato. Seguirono uno sparo e un grido, e dopo un momento, il silenzio.

La voce di Capitan Flamingo rimbombò nella manica a vento. «La sala macchine è in mano nostra. Il resto della nave non conta. La radio è fuori uso».

Doc richiamò l'attenzione dei suoi.

«Questa manica comunica con la sala macchine. Capitan Flamingo se ne è già impadronito».

Un'arma crepitò dal ponte di comando. Qualcuno li aveva presi di mira con un grosso fucile. La pallottola perforò la spessa lamiera della presa d'aria.

Doc Savage e i suoi si misero rapidamente al riparo, poi aprirono le cassette, ed esaminarono il contenuto.

«Santa Madonna!» tuonò Renny, superando il fischio assordante della sirena. «Non ci sono le pistole mitragliatrici».

«Ho fatto tutto il possibile!» strillò la ragazza. «Non sono riuscita a trovarle!»

Monk stava esaminando la sua attrezzatura. «Niente gas!» gridò. «E non ci sono neanche le maschere antigas! La faccenda si fa seria».

Diamante Eve contribuì alla contentezza generale gridando, a voce altissima:

«Capitan Flamingo ha tutte le armi che vuole!» informò. «Ha potuto portarle a bordo con tutta calma!»

In altri settori della nave si sentiva sparare. I passeggeri urlavano terrorizzati.

A un tratto Doc Savage abbandonò il gruppo e strisciò verso la sala radio. Riuscì a entrare nel locale e ne uscì poco dopo, portando un fascio di foglietti gialli, fissati con una pinza.

«Che cosa sono?» chiese Monk.

«I radiogrammi spediti e ricevuti da quando la nave ha lasciato New York» gli disse l'uomo di bronzo.

Il chimico avrebbe voluto fare delle domande, ma un brusco scoppio di voci arrivò dal ponte inferiore. Capitan Flamingo stava impartendo ordini.

I passeggeri furono radunati nel ponte di poppa.

Il chimico si spostò lateralmente, riparandosi dietro un grosso lucernario, e aprì la cassetta metallica che aveva con sé: conteneva un laboratorio portatile, di cui Monk era orgogliosissimo. Il chimico ne teneva parecchi a disposizione, sistemati in tante cassette diverse. La ragazza ne aveva trovata una e l'aveva unita al resto dell'attrezzatura.



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