10-L'Alba by Lisa Jane Smith

10-L'Alba by Lisa Jane Smith

autore:Lisa Jane Smith
La lingua: ita
Format: azw3
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La voce nella sua testa sembrava familiare, ma non del tutto. Guardò Sage, che sorrise. Poi si guardò attorno. Sembrava che tutti stessero aspettando che lei facesse il primo passo.

Lo fece.

13

«Vi abbiamo dato da mangiare e ci siamo presi cura di voi meglio che potevamo», disse Meredith, guardando i giovani volti tesi e spaventati, girati verso di lei nel seminterrato. «E ora c’è solo una cosa che vorrei chiedervi in cambio». Si sforzò di tener ferma la voce. «Vorrei sapere se qualcuno ha un cellulare che si connette a internet, o un computer ancora funzionante. Per favore, se anche solo pensate di sapere dove possa trovarne uno, vi prego di dirmelo».

La tensione era come una grossa corda elastica, che trascinava Meredith verso ciascuno di quei visi pallidi e stanchi, e li spingeva verso di lei.

Era un bene che lei fosse una persona paziente ed equilibrata. Subito si alzarono circa una dozzina di mani, e una bambina di cinque anni sussurrò: «La mia mamma ne ha uno. E anche il mio papà».

Seguì qualche secondo di silenzio, poi Meredith disse: «Qualcuno conosce questa bambina?» e una ragazzina più grande si affrettò a rispondere.

«Intende dire che ce li avevano prima che arrivasse l’Uomo Incendio».

«L’Uomo Incendio si chiama Shinichi?», chiese Meredith.

«Certo. A volte le punte rosse dei suoi capelli si alzavano sopra la testa e s’incendiavano».

Meredith archiviò quella piccola informazione sotto la voce “Cose che non vorrei vedere mai, giuro, croce sul cuore”.

Poi cercò di levarsi quell’immagine dalla testa.

«Ragazzi, per favore, pensate. Me ne serve solo uno, un cellulare con l’accesso a internet che abbia ancora la batteria carica, ma subito. Un portatile o un fisso che funzioni, magari perché è collegato a un generatore che produce ancora elettricità. Serve una famiglia con un generatore domestico ancora in funzione. Allora?».

Stavolta le mani non si alzarono. Un ragazzo, forse di dieci, undici anni, che le pareva di aver riconosciuto come uno dei fratelli Loring, disse: «L’Uomo Incendio ci ha detto che i computer e i cellulari sono cose brutte. Per questo mio fratello ha fatto a pugni con mio padre. Ha buttato nel gabinetto tutti i cellulari che avevamo in casa».

«Ok. Ok, grazie. Ma c’è qualcuno che ha visto un cellulare o un computer in funzione? O un generatore domestico…».

«Ma sì, mia cara, io ne ho uno». La voce veniva dal pianerottolo in cima alle scale. La signora Flowers era lì, con indosso una tuta da ginnastica nuova. Stranamente, aveva in mano la sua voluminosa borsetta.

«Lei aveva… ha un generatore?», chiese Meredith, con un tuffo al cuore. Che spreco! E se fosse successo un disastro solo perché lei, Meredith, non aveva finito di leggere le sue ricerche? I minuti passavano, e se a Fell’s Church fossero morti tutti, sarebbe stata colpa sua. Colpa sua. Non avrebbe potuto vivere con quel peso sulla coscienza.

Per tutta la vita Meredith si era sforzata di raggiungere uno stato di calma, concentrazione, equilibrio: l’altra faccia della medaglia rispetto alle abilità nel combattimento, acquisite grazie alle varie discipline che praticava. Ed era diventata molto abile a mantenere quello stato.



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