101 esperienze di filosofia quotidiana by Roger-Pol Droit

101 esperienze di filosofia quotidiana by Roger-Pol Droit

autore:Roger-Pol Droit [Droit, Roger-Pol]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Blackie


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Accendere un fuoco nel camino

DURATA: da 15 a 20 minuti

MATERIALE: camino, legna, carta di giornale

EFFETTO: primitivo

Accendere un camino è un vecchissimo rito di cui avrete perso il senso, anche se conoscete i tranelli da evitare. Dite comunque a voi stessi di aver smarrito la portata dei gesti; non siete certi di conoscere il significato di accendere un fuoco. Ignorate perfino perché da sempre ciò vi emoziona, in modo strano, attraente e rassicurante.

Compirete ogni gesto come tutte le altre volte, ma soppesandolo con attenzione. Eccovi quindi inizialmente in ginocchio o ricurvi a preparare il focolare, a controllare che non ci sia cenere, che lo spazio sia sufficiente, la ventilazione giusta. Per cominciare, i ceppi non devono essere troppo grossi e leggermente rialzati dagli alari, da semplici mattoni o, in mancanza di questi, da qualche grosso pezzo di legno, affinché il fuoco possa respirare. Per la stessa ragione controllate di non fare aderire troppo i ceppi sul fondo, fate in modo che ci sia sempre uno spazio, un passaggio. Aggiungete un certo numero di legnetti, come fascine, ramoscelli, pezzi delle cassette della frutta. Tagliate spesse strisce di carta di giornale, meglio i quotidiani delle riviste, che bruciano meno bene, oppure attorcigliate alcune pagine in modo da ottenere corde di carta. Non ostruite lo spazio, lasciate alcuni vuoti tra i ceppi.

Date fuoco a qualche foglio di carta e sistemate questa piccola torcia giusto al centro della pila. I minuti che seguono sono i più importanti. Dapprima avrete una risposta immediata, crepitii, faville, qualche buono schiocco, poi ecco i primi fischi della legna che trasuda. Una volta che la carta si sarà consumata, arriva il tempo del dubbio e dell’ansia: le fiamme scompaiono, la brace è inesistente, il denso fumo che si leva segnala soltanto una flebile speranza. Il fumo continua, è denso, imponente. La carta brucia ancora leggermente sui bordi o a tratti e poi si spegne completamente. Vi assale il pensiero che quel fuoco non prenderà mai, che avete fatto qualche errore (forse la legna era troppo umida, la carta era piegata male, troppo accartocciata o troppo liscia). Tutto sembra al suo posto, eppure vi resta il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Temete in modo assurdo, ingiustificato e senza fondamento alcuno che l’operazione fallirà.

Non capite se le guance vi si arrossano per il caldo o perché siete agitati. Soffiate sulla brace inconsistente senza alcun successo. Il fumo si infittisce, il sibilo si intensifica, ma il fuoco continua a non attecchire. Vi viene in mente che forse è il caso di aggiungere altra carta, che vale la pena ricominciare tutto daccapo, ma siete dubbiosi. Improvvisamente dalla cortina di fumo si levano alcune fiammelle vive e intense, che in un istante si dissolvono. Sembra quasi che il fuoco improvvisamente sia divampato. A quel punto seguite con attenzione il suo modo di attecchire, di conquistare piccoli spazi sotto i ceppi, di lambire la loro scorza, di tingerli di rosso. Tutto procede bene.

Chiedetevi però che cosa fino a qualche istante prima vi angosciava e che cosa ora vi rassicura.



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