Todorov Tzvetan - 2009 - L'identità europea by Todorov Tzvetan

Todorov Tzvetan - 2009 - L'identità europea by Todorov Tzvetan

autore:Todorov Tzvetan [Todorov Tzvetan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, History & Theory, International Relations, General
ISBN: 9788811608868
Google: SGmNDwAAQBAJ
Amazon: B07PJTPZ8W
editore: Garzanti Classici
pubblicato: 2019-03-26T22:00:00+00:00


Il modello cosmopolita

L’identità europea consiste, pertanto, in una maniera di accettare la pluralità delle entità che formano l’Europa e di trarne profitto. L’Europa non è una nazione, ma una forma di coabitazione di nazioni. Si tratta sia di un aspetto culturale – i paesi e le regioni del continente hanno integrato, nel corso della loro storia, la necessità di riconoscere l’alterità degli altri e di adattarvisi – sia di un valore politico, che figura oggi nel programma dell’Unione europea. Per il modo con cui gestisce questa pluralità, l’Europa si distingue da altri grandi insiemi politici, presenti oggi nel mondo: stati multinazionali come la Russia o l’India, o stati dalla popolazione molto diversa, come la Cina o gli Stati Uniti.

Il sociologo tedesco Ulrich Beck ha proposto recentemente di indicare la via seguita dall’Unione europea come quella del cosmopolitismo e di collocarla in seno a un modello concettuale che integra le diverse maniere di vivere l’alterità culturale. In due libri pubblicati nel 2004, Das kosmopolitische Blick e Das kosmopoli­tische Europa,9 egli analizza a fondo la realtà sociale e giuridica dell’Europa contemporanea e propone un insieme di categorie che permettono di definire il suo progetto. Il significato che Beck attribuisce al termine antico «cosmopolita» è legato a tre condizioni. Esso definisce, in primo luogo, un insieme formato da entità più piccole che obbediscono a una norma comune. In secondo luogo, le differenze tra queste entità possiedono a loro volta uno statuto legale. Infine, queste ultime hanno uguali diritti.

Quando una di queste caratteristiche è assente, si assiste ad altre forme di coesistenza tra entità politiche o culturali. Se i diversi ingredienti dell’insieme non sono trattati su un piano di uguaglianza, abbiamo a che fare con un impero. Esso possiede norme comuni e riconosce la diversità dei suoi costituenti, ma li tratta nella modalità della gerarchia e dell’egemonia, non dell’uguaglianza – accade così nell’impero britannico, o francese, o austroungarico, oppure ottomano (ciascuno secondo le proprie modalità). La metropoli possiede molti privilegi, rifiutati alle colonie, alle province e alle città satelliti. La cultura dominante tollera le culture minoritarie, ma non le considera al suo stesso livello.

Se non si riconoscono le differenze tra le parti che formano il tutto, ci si avvicina al modello della nazione, come nel caso della Cina o degli Stati Uniti: gli individui possono anche essere molto diversi tra loro, ma la nazione è una, con un solo governo e un solo parlamento. Oltre le frontiere dello stato, questo atteggiamento si confonde con l’universalismo, come talvolta si imputa alla tradizione politica francese, che rifiuterebbe di riconoscere l’esistenza e la pertinenza delle culture. «L’approccio universalista sostituisce la varietà delle diverse norme, classi, etnie, religioni, con una sola e unica norma.»10 L’approccio cosmopolita, invece, non abolisce le differenze, ma attribuisce loro un quadro comune e uno statuto di uguaglianza dei diritti.

Se invece si riconosce la pluralità degli elementi costitutivi e si accordano loro uguali diritti, rinunciando tuttavia a un comune quadro normativo, si aderisce a un modello postmoderno, che favorisce le sole differenze. Il cosmopolitismo



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