A pelo d'acqua by Livio Romano

autore:Livio Romano [Romano, Livio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Les Flâneurs
pubblicato: 2022-06-24T04:00:00+00:00

7.

Il primo giorno delle vacanze di Natale i ragazzi, prima di trasmigrare dalla madre per diciannove giorni consecutivi, erano vitali e allegrissimi, tutti presi dai pacchetti da confezionare e dai programmi per le feste. Avevo già capito che non sarebbero venuti a eventuali raduni parentali nella casina di campagna e che, se pure mi fossi impegnato ad allestire non dico uno di quei presepi che gli piacevano tanto quando erano bambini, ma anche solo un bell’abete vivo di Natale, be’ i loro pacchetti sarebbero restati nelle rispettive camere, pronti a esser trasbordati sotto l’albero di Elisa appena fosse arrivata.

Anche Gloria e Benedetta devono aver risentito della corsa frenetica verso il Natale, a giudicare dall’assenza pressoché totale di messaggi. Per me è finita da tempo l’epoca dei pacchetti da fare e dei cenoni epici da metter su. Sì, ho la catasta di bollette e rate e tasse da pagare e le maledette file alla posta perché non mi decido a imparare come si fa su internet. Rimando tutto all’anno nuovo e pregusto giorni quieti, durante i quali potrò lavorare alacremente, e vedere gli amici che tornano per le ferie senza il tormento del dover fare da mangiare ai ragazzi e della spesa e del bucato.

Appena scarico, a ora di pranzo, i ragazzi dalla mamma, torno a casa e mi mancano già da morire. Pure Fernando, si son portati appresso. Li sento ogni mezz’ora. Chiedo loro come va, come si organizzeranno, mi metto a disposizione come mai avevo fatto, sento che non hanno voglia di dirmi esattamente i programmi per i prossimi giorni ma riesco a estorcere al piccolo la notizia che Cristiana sarà a pranzo e a cena da loro.

«Cavolo, anche il cenone di Natale? Le lasciano passare l’arrivo di Babbo Natale fuori, i suoi?».

«Ma che Babbo Natale, papi. Lo sai che la mamma non ha mai amato la notte di Natale. Mangiamo una pizza, vediamo un film, niente di che. Gli zii sono attesi domani, a pranzo. Scarteremo i regali come sempre fra il primo e il secondo. Cristiano le ha preso un Breil, alla fine».

«Vuoi dire che la ragazza sarà con voi anche domani? E dove ha trovato tutti quei soldi, tuo fratello? E tu? Stasera viene anche la tua filarina?».

«Dove trovi queste parole, sul tuo Palazzi del 1929 di cui sei tanto orgoglioso? È già finita, comunque. Mi sento con un’altra da un po’».

«Come da un po’? Quanti giorni son passati da quando l’hai incontrata?».

«Bo’. Non importa. Discorso chiuso».

Non so perché non mi piace che la figlia di Gloria sia in casa di Elisa. Non è gelosia, ma qualcosa di più sottile che mi sfugge. Scrivo alla signora Karremans prendendola alla larga.

“Sai che ti pensavo?”.

“Vasilio, mi pensi che armeggio in cucina con il kerststol e le challah ancora da infornare?”.

“Ma cos’è che cucini tu? Cos’è ’sta roba di cui parli?”.

“Il kerststol è una specie di panforte con tanti canditi, un dolce olandese che faccio per Thom. Le challah sono trecce di panbrioche di cui va pazza mia madre,

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