“1949”… e siamo ancora qua! by Giuseppe Minigrilli

“1949”… e siamo ancora qua! by Giuseppe Minigrilli

autore:Giuseppe Minigrilli [Minigrilli, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ledizioni
pubblicato: 2024-05-07T22:00:00+00:00


Torniamo agli amici del bar di via Forlanini

E Piero, Piero c’è sempre stato, anche per difenderlo fisicamente quando negli anni Graziano subiva anche minacce fisiche. Piero generoso e altruista.

E Adolfo, Foffo? Quante uscite insieme. Tra gli amici di via Forlanini è stato il primo ad avere un lavoro stabile. Questo gli consentiva di comprare l’automobile, e che automobile: Alfa Romeo 1300 Gt. Con Foffo era un piacere sentire la musica, in macchina con le cassette dell’epoca, super grandi. La sera quando si tirava a fare tardi, dopo un giro al Piazzale Michelangelo, si torna al Bar, si gioca l’ultima partita a biliardo. A stecca Foffo era più bravo di me. Qualche volta, se ci prendeva “fame”, a me non capitava quasi mai, ma mi lasciavo coinvolgere, andavamo in una trattoria di Via Baracca, ritrovo abituale dei frequentatori del Trotto e del galoppo delle Cascine, e ci mangiavamo due spaghetti all’arrabbiata. E così, anche in questo caso facevo conoscenza con nuovi cibi. Un’estate decidemmo, all’ultimo momento, di passare il ferragosto in Versilia. Non si trovava un hotel neppure a piangere. Senza perdersi d’animo cercammo una sistemazione in una casa privata. Trovammo una camera vicino Piazza Mazzini. Il pomeriggio in spiaggia conoscemmo alcune ragazze, tutte del nord, due milanesi ed una bresciana. Con noi c’era anche Mauro, del gruppo del Bar. Perfetto, si fissa per andare a ballare la sera dopo cena. Noi cenammo frugalmente in camera. Vestizione per la serata. Pantalone stretto e camicia di pizzo (vero pizzo) super traforata. La ragazza di Brescia e una di Milano stavano vicino a noi a Viareggio, mentre l’altra milanese, Teresa, stava in un hotel alle Focette. Foffo mi dice: “Prendi la macchina e vai te a prenderla, ho visto che aveva posato gli occhi su te!”. Io non me ne ero accorto, ma accetto di buon grado la proposta. Mi piaceva guidare quell’auto e, come sapete, sarà lo stesso tipo di auto che sceglierò di comprare prima del viaggio di nozze, un Alfa Romeo GT, blu elettrico. Accidenti a me e alla mia incapacità di guidare e saper guardare le strade e i nomi degli alberghi. Faccio il primo giro, a vuoto, il secondo ancora a vuoto. Passava il tempo, perché a quell’ora nei viali a mare della Versilia era un pienone di auto. Comincio ad innervosirmi. Non portavo gli occhiali fissi, ma forse ne avevo già bisogno. Alla fine decido di rientrare alla base. Faccia disperata, spiego a Foffo la situazione. Non si perde d’animo, si getta in auto e tempo 15 minuti torna con a bordo la Teresa. Sono una frana. La serata comincia male, malissimo. Finirà peggio. Entriamo nel locale verso le dieci. Ci sediamo, poltrone e divanetti molto accoglienti, luce soffusa, niente luci psichedeliche, che allora non c’erano, e la musica era da piano bar, piacevole. Lascio ordinare gli altri, perché sento di avere qualche problema allo stomaco. Sarà stata la cena a base di panini, sarà stata l’agitazione per non essere riuscito ad andare a prendere Teresa con la macchina, sarà stata la camicia di pizzo traforato, che mi ha fatto prendere fresco.



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