Addio Lugano bella by Massimo Bucciantini

Addio Lugano bella by Massimo Bucciantini

autore:Massimo Bucciantini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2020-04-28T12:00:00+00:00


2. Lombroso, il «cacciatore».

Agli anarchici aveva già rivolto la sua attenzione nel Delitto politico e le rivoluzioni. Lo aveva pubblicato nel 1890 insieme a un suo giovane collaboratore, l’avvocato Rodolfo Laschi, noto poi per essersi occupato della grande criminalità finanziaria. Un decennio prima era anche intervenuto nel dibattito tra psichiatri e giuristi a proposito del processo a Giovanni Passannante, l’anarchico lucano che nel novembre del 1878 a Napoli aveva attentato alla vita del re Umberto I. Nelle sue Considerazioni al processo Passannante aveva ritenuto l’imputato un mattoide affetto da vanagloria, e quindi non responsabile del tentato regicidio14. Anche nel Delitto politico annotò che molti anarchici da lui studiati erano da considerare rei politici per occasione, mossi da un’irrequietezza e da un’anormale eccitazione nervosa causate da una «inadattabilità all’ambiente sociale»15.

Ma fino a quel momento aveva affrontato l’argomento principalmente all’interno dello schema rivoluzioni/rivolte – le prime viste sempre come un progresso, mentre le seconde sempre sterili e inconcludenti – oppure, com’era accaduto per Passannante, come singolo case study. Bisognava attendere gli arresti eseguiti a Torino in previsione del Primo maggio 1891 perché gli anarchici entrassero di prepotenza nell’orbita lombrosiana e diventassero un caso di portata scientifica generale. Oltre cento furono gli arrestati per associazione di malfattori ed eccitamento all’odio tra le classi sociali: un numero sufficientemente ampio, statisticamente significativo, per entrare a far parte del campionario criminale dello psichiatra-antropologo Lombroso.

L’articolo uscí sulla «Nouvelle Revue» e già dal titolo, La physionomie des anarchistes, si capiva che non sarebbe passato inosservato. Nelle tavole poste in appendice al suo Delitto politico, il lettore aveva già capito quanto certi tratti fisiologici fossero per Lombroso determinanti. Per esempio, il nobile portamento di Mazzini, Garibaldi, Gambetta, Marx, Lassalle non lasciava dubbi sui loro intenti progressisti e rivoluzionari. Fronte larga, barba folta, occhi dolci e grandi, nessuno che avesse qualcosa in comune col tipo criminale. Molto diversi, invece, si presentavano i caratteri antropometrici che il «cacciatore» Lombroso asseriva di ricavare dalle cinquanta foto dei rivoltosi della Comune di Parigi e da quelle degli arrestati di Torino:

Nel recente caso del Primo maggio, ho potuto esaminare 100 anarchici torinesi. Ho riscontrato in loro il tipo criminale nella proporzione di 34 su 100, mentre nei 280 criminali ordinari delle carceri di Torino, il rapporto è di 43 su 100. Tra i cento arrestati il 1° maggio, 30 su 100 erano recidivi in reati comuni; negli altri la recidiva raggiunge 50 su 10016.



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