All'origine della pretesa cristiana by Luigi Giussani

All'origine della pretesa cristiana by Luigi Giussani

autore:Luigi Giussani
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-11-03T23:00:00+00:00


Capitolo settimo

LA DICHIARAZIONE ESPLICITA

Della traiettoria seguita finora per descrivere come il problema cristiano si sia posto vorrei sottolineare soprattutto gli aspetti di metodo, il dinamismo che l’ha messa in essere, poiché sarà lo stesso dinamismo lungo tutto l’arco della storia. Vale a dire: il comportamento di quell’uomo era tale che quanto più lo si condivideva, lo si seguiva, tanto più si era indotti a chiedersi: «Ma come fa a essere così?». Cosicché a un certo punto la domanda esplose. Ricordando il concetto di certezza morale1 ne abbiamo rievocato un corollario: la natura ci permette di ottenere la certezza circa l’umano comportamento — proprio perché fondamentale per la vita — più velocemente di altri tipi di certezza, attraverso cioè l’intuizione della convergenza di tanti indizi verso un punto. Quanto più allora uno condivide la vita di una persona tanto più è capace di certezza morale a suo riguardo, perché la congerie di indizi si moltiplica. Così è stato per Gesù. Allora la sua bontà, la sua intelligenza, la sua tremenda capacità introspettiva, la possibilità prodigiosa di governo delle cose, la naturalezza della sua attitudine al miracolo sono, per chi vive con lui o per chi sa prestargli vera attenzione, tutti indizi che via via si moltiplicano e si approfondiscono, indizi che fanno «restare a bocca aperta», indizi che provocano una domanda cui non si sa rispondere, ma cui si deve poter rispondere.

Certamente gli stessi discepoli cercano delle risposte. I Vangeli riportano, per esempio, un episodio avvenuto nei pressi di Cesarea di Filippo.2 Possiamo cercare di immaginarne la dinamica. Gesù, mentre cammina con i suoi per un sentiero che conduce al mare, vede a un certo punto il sentiero costeggiare un dirupo scosceso e, come ognuno di noi farebbe, si ferma un istante a guardare. Come colto da un pensiero improvviso, dice rivolto ai suoi: «Chi sono io secondo la gente?». Essi rispondono: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domanda: «Ma voi chi dite che io sia?». E Pietro, al solito, sbotta d’impulso, ripetendo probabilmente, anche se non ne possedeva appieno il significato, qualcosa che aveva sentito dire da Gesù stesso: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Pietro aveva già raggiunto quell’evidenza che gli faceva pensare di Gesù: «Se non posso fidarmi di quest’ uomo, non posso fidarmi neppure di me stesso». E Gesù, guardando quella roccia scoscesa che gli stava davanti, la pietra su cui era stata costruita la cittadella di Cesarea di Filippo, imprendibile per la sua posizione, e guardando Pietro gli dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa». E poco prima gli aveva detto «beato», perché la risposta che Pietro aveva dato alla sua domanda non l’aveva trovata da solo, ma il Padre suo l’aveva suggerita.

All’interrogativo sull’identità di Cristo tutti cercano di dare risposta; tutti, di fronte al problema che rappresenta, sono inquieti perché la loro risposta non esaurisce il tipo.



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