Anatomia della malinconia by Robert Burton

Anatomia della malinconia by Robert Burton

autore:Robert Burton [Burton, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letteratura inglese
editore: Marsilio
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Velocius et citius nos

Corrumpunt vitiorum exempla domestica, magnis

Cum subeant animos auctoribus!

[Gli esempi domestici del vizio ci corrompono più rapidamente quando, destando le nostre passioni, sono suffragati dall’esempio dei grandi].

I loro esempi sono tosto seguiti, i vizi imitati; se essi sono empì, blasfemi, lascivi, riottosi, epicurei, faziosi, cupidi, ambiziosi, illetterati, così la maggior parte della gente comune sarà oziosa, dissipatrice, dedita alla lussuria, ubriacona, e di conseguenza povera e bisognosa, (ὴ πεία στάσιν ἐμποιεῖ ϰαὶ ϰαϰὸυργίαν, perché la povertà genera sedizione e scelleratezza), pronta in ogni occasione a sommosse e ribellioni, scontenta sempre, tra lamentele, proteste e rancore, propensa a tutte le soperchierie, i furti, tradimenti, delitti, innovazioni, sempre in debito, infida, fatta di imbrogli e fuori legge, profligatae famae ac vitae [di pessima reputazione e vita dissoluta]. Come dice l’aforisma di Sallustio, «coloro che sono poveri e cattivi, invidiano i ricchi, odiano i buoni, detestano il governo in carica, ne vogliono uno nuovo e vorrebbero mettere tutto sotto sopra»491. Quando Catilina si ribellò a Roma, trovò come amici e seguaci una compagnia di ribaldi di tal sorta, e tali sono stati per lo più i ribelli di ogni tempo, da Jack Cade a Tom Straw, a Robert Kett e i suoi compagni. Quando la gente è sempre riottosa e litigiosa, quando ci sono molte discordie, molte leggi, molti processi, molti avvocati e molti medici, è sintomo manifesto di uno stato di disordine, malinconico, come sosteneva anche Platone492: infatti dove pullulano individui di tal sorta, essi si procureranno più lavoro per sé, e renderanno malato quel corpo politico che sarebbe stato altrimenti sano. Un malanno generale diffuso in questi nostri tempi, una dura pestilenza, e mai tanti di loro: «che ora si sono moltiplicati — dice Mat. Geraldus, anche egli avvocato — come tante cavallette, non i padri ma le pesti del paese, e in gran parte una genia di uomini superbi, malvagi, aridi, litigiosi493, crumenimulga natio ecc., un gruppo di spremiquattrini, una compagnia di parolai, di avvoltoi con la toga494, qui ex injuria vivent et sanguine civium495 [che vivono derubando e uccidendo i loro concittadini], ladri e seminatori di discordie. Essi sono peggiori di qualsiasi predatore di strada auri accipitres, auri exterebronides, pecuniarum hamiolae, quadruplatores, curiae harpagones, fori tintinnabula, monstra hominum, mangones ecc.: si assumono l’incarico di fare la pace, mentre in verità sono i veri disturbatori della nostra pace, una compagnia di gente avida, senza religione, di esattori sanguisughe e opprimenti, (voglio dire i nostri comuni legulei famelici, rabulas forenses, che contemporaneamente amano e onorano le buone leggi, i nostri degni avvocati, che sono tanti oracoli e piloti di buon governo496), senz’arte, senza discernimento, che fanno più danno — come disse Tito Livio497 — quam bella externa, fames, morbive, che la malattia, le guerre, i morbi e la carestia; «e causano la più incredibile distruzione dello stato», dice Sisellio498, una volta famoso studioso di legge a Parigi. Come fa l’edera con la quercia, che l’abbraccia a tal punto finché non le ha spremuto il cuore, così essi fanno rispetto ai luoghi in cui si insediano.



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