Bonfiglioli Kyril - Mortdecai 04 - 1973 - Mortdecai e il delitto perfetto by Bonfiglioli Kyril

Bonfiglioli Kyril - Mortdecai 04 - 1973 - Mortdecai e il delitto perfetto by Bonfiglioli Kyril

autore:Bonfiglioli Kyril [Bonfiglioli Kyril]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Literature & Fiction, Foreign Languages, Italian, Contemporary Fiction, Foreign Language Fiction
ISBN: 9788858514856
Amazon: B01BZKQCGO
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2016-03-07T23:00:00+00:00


1. Quotidiano organo ufficiale del Partito nazista [N.d.R.].

14

La mano del morto

Onde Amor paventoso fugge al core,

lasciando ogni sua impresa, e piange e trema;

ivi s’asconde e non appar più fore.

Forse non c’è bisogno che dica che non ero così profondamente addormentato come fingevo di essere, ma avevo progettato di fare il morto mentre i miei assalitori, che erano due di numero, frugavano il mio corpo o “mi perquisivano”. Fu un frugare, o un perquisire, superficiale più che intimo: stavano evidentemente cercando qualcosa di troppo grande per poterlo nascondere in una nicchia o in una fessura del mio personale sistema di tubature. Qualcosa che si potesse trovare facilmente: una pistola, forse, o – Dio mi perdoni – un libro.

Dalla tasca interna del mio costoso vestito tirarono fuori il mio miglior portafogli (di pelle di foca), ma io ero assonnatamente fiducioso che non vi avrebbero trovato nulla all’interno eccetto un paio di biglietti da visita, una vecchia fotografia di Ingrid Bergman, una Diner’s Club scaduta e le dieci sterline che oggi tutti ci portiamo dietro – o no? –, in modo che i rapinatori si sbrighino a “stabilire un contatto” e a fare quello che devono senza perdere tempo prezioso ad ammazzarti di calci. Ci piace che queste piccole transazioni si svolgano con il massimo della civiltà e il minimo di sangue e feci, no?

Se gli assalitori fossero stati più intelligenti, mi avrebbero svegliato e mi avrebbero chiesto dove fosse l’altro portafogli; anche un agente della CIA avrebbe capito che doveva essercene un altro. Almeno, avrebbero potuto dare un po’ di colore alla loro aggressione sfilandomi le dieci sterline: insomma, io e voi l’avremmo fatto, no? Invece, quando ripresi i sensi, trovai intatto il contenuto del portafogli. Ma non posso certo dire lo stesso delle stanze di Bronwen.

Persino Jock ne sarebbe stato allarmato: non essendo riusciti a trarre alcuna soddisfazione dalla mia persona, come se fosse possibile, i miei nuovi amici avevano strappato tutte le violette africane di Bronwen, mandato in frantumi la sua radio e messo a soqquadro la sua collezione di dischi (un assortimento di musica jazz sorprendente per una vecchia strega come Bronwen; ma non si può mai sapere con queste accademiche con i vestiti e le tette cascanti, una verità che ebbi l’inaspettato piacere di scoprire diversi anni fa tra gli scaffali della Bodleiana). Ma la cosa più allarmante era che per le stanze erano sparsi i miei vestiti di qualità su misura. Le stampe incorniciate, tutti poster abbastanza prevedibili di quadri preraffaelliti della Ashmolean e della Tate Gallery, erano state strappate dalle pareti e gettate sul pavimento. Solo i libri di Bronwen avevano un qualche valore e solo per un libraio antiquario o per un bibliofilo. Erano stati quasi tutti radicalmente “condensati”, se capite che cosa intendo, e scagliati in giro per lo studio con grande zelo. Erano degli stupidi: c’era voluto un tempo sorprendentemente lungo per capire che strappare i libri non era un modo molto efficace di trovare quello che cercavano. Qualunque cosa fosse.

L’unica cosa che avevano lasciato integra era quella maledetta seccatura del maialino rosa.



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