Il giorno degli assassini by Carlo Bernari

Il giorno degli assassini by Carlo Bernari

autore:Carlo Bernari [Bernari, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Narrativa
ISBN: 9788804182795
Google: YpoEOgAACAAJ
pubblicato: 1980-05-02T00:00:00+00:00


3

La promessa visita «alle vecchiette» fu rinviata tante volte da diventare remota: da mesi infatti Dino non riappariva nell’Eden. Si limitava di tanto in tanto a telefonare alla madre, promettendole di salire un momentino da lei il prossimo sabato, o tutt’al più la domenica mattina, se il lavoro glielo avesse consentito; ma passavano i sabati e le domeniche, con Faustina che si affacciava di continuo nel cortile a spiarne i passi, ad ogni passo ignoto; e quindi la sera domenicale, già lugubre per se stessa, calava sulla tristezza delle due donne tradite. Talvolta ho raccolto io la telefonata, mentre aspettavo una chiamata o che si liberasse un numero sempre occupato.

«Ah, è lei?» si meravigliava alla mia voce. Poi indispettito: «Allora non le tengo occupato il telefono. Glielo dica lei alla mamma, che oggi non mi è proprio possibile; e domani devo trovarmi in fabbrica per certi arrivi».

«Menomale» esclamò sua madre, quando l’ebbi informata della telefonata «ha trovato un lavoro. Speriamo sia la volta buona. Anche se mi costa qualche rinuncia. Ma coi tempi che corrono c’è da stare con gli occhi aperti, in ogni senso… Basta che lavori, che sia occupato, i sentimenti possono aspettare».

Il caso mi portò un giorno a scoprire il mistero che regolava quella sua prolungata diserzione; fu quando intravidi per le scale una figura di donna soffermarsi di piano in piano a leggere le targhe sugli usci, come per riprendere fiato prima di affrontare una nuova rampa. Tentai di nascondermi nel vano della bussola dei Rabella, ma lei mi raggiunse più lesta di quanto pensassi e si chinò a decifrare il nome a semicerchio sul campanello.

«Sa se c’è qualcuno in casa?» mi chiese prima di premere il bottone.

«La signora certamente, forse la domestica, Faustina… Chi cerca?»

«Dino… Non è un Rabella, lei, vero?»

«Un amico di casa.»

«Conosce Dino, allora.»

«Certamente.»

«È sicuro che non è in casa?»

«Proprio adesso ho raccolto una sua telefonata che non poteva venire.»

«Perciò viene qualche volta?»

«Non tanto spesso. Di preciso non si sa mai. Comunque piuttosto raramente.»

«Avrà occasione di vederlo o di sentirlo?»

«Qualche volta» fu la mia risposta «ma più per telefono che di persona».

«Mi farebbe la cortesia di dirgli che l’ho cercato? Sono la signora Mara. Gli dica che la Mara ha bisogno di parlargli.»

«Riferirò senz’altro. Stia tranquilla.»

«Al più presto possibile. La prego» aggiunse in un lamento, mentre allungava il primo passo sul gradino.

Il tono supplichevole cancellò in un attimo la stizza che mi aveva assalito per essermi lasciato sorprendere sull’uscio dei Rabella, incuriosito all’apparizione dell’ignota visitatrice. Un’imprudenza imperdonabile, trattenermi prima in casa, poi sul pianerottolo a spiare. Eccomi ora involontario confidente di una donna che lasciava trasparire da tutta la persona, quantunque non più in lutto, un profondo accoramento come per una vedovanza recente.

La seguii con lo sguardo lungo le scale mentre essa discendeva delusa, esitante, cercando alla cieca il gradino, quasi fosse sempre sul punto di tornare indietro per aggiungere qualche cosa a quanto aveva detto.

Incautamente, forse soltanto per l’inconscio bisogno d’intaccare la fastidiosa sicumera di Dino, la prima volta che mi capitò di intercettare una sua telefonata, gli riferii dell’incontro sulle scale.



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