Un delitto impunito by Georges Simenon

Un delitto impunito by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-06-26T22:00:00+00:00


Al mattino, nella luce smorta della sua camera, le cose gli apparvero meno chiare della sera prima, ma poiché tutto era deciso non se ne crucciò.

Aveva sentito la signora Lange alzarsi e uscire per la messa delle sei. Pochi minuti dopo si era alzato anche lui, come aveva stabilito di fare, giacché quello era l’unico momento della giornata in cui la sala da pranzo era deserta.

Non mise le pantofole, indossò il cappotto sul pigiama. Non aveva mai posseduto una vestaglia. Non c’era bisogno di accendere la luce, avanzò a tentoni, sicuro del fatto suo; senza fare il minimo rumore aprì il cassetto, prese la pistola e la scatola delle cartucce e risalì in camera.

Per via del freddo si rimise a letto, ma tenne gli occhi aperti. Restavano ancora certi dettagli da mettere a punto, ma sul principio non si discuteva.

Pensare ai dettagli lo aiutava. Gli impediva di lasciarsi deprimere dal mondo che, quel mattino, gli appariva come un grande vuoto in cui lui era l’unico ad agitarsi senza sapere perché.

Per esempio, mentre la signora Lange, tornata dalla messa, accendeva il fuoco e l’odore familiare di legna bruciata e petrolio filtrava da sotto la porta, gli venne da pensare:

«A che scopo?».

Rischiava di mandare tutto a monte? Domani, dopodomani o l’anno seguente, si sarebbe ritrovato punto e a capo.

Per questo si sforzava di definire i dettagli del suo piano. Dapprima pensò di fingere di doversene andare già dal mattino. Avrebbe trovato una scusa plausibile. Mentre la signora Lange rifaceva le camere, per esempio, avrebbe aperto la porta d’ingresso e si sarebbe trattenuto un attimo sulla soglia. Doveva solo aspettare che lei fosse nella camera di Stan, che dava sul retro.

A quel punto sarebbe salito di corsa per annunciarle:

«Devo partire subito. Ho appena ricevuto un telegramma. Mio padre è in fin di vita».

Non c’era bisogno di mostrare il telegramma, sarebbe bastato che facesse finta di esserselo cacciato in tasca. Quando c’è di mezzo un moribondo o un morto, la gente non si mette a far domande e tanto meno si mostra diffidente. Questo gli dava carta bianca.

Avrebbe preparato la valigia. La signora Lange gli avrebbe dato una mano. Non c’era motivo che toccasse il cappotto con in tasca la rivoltella.

Avrebbe preso il tram fino alla stazione e lasciato la valigia al deposito bagagli, dopodiché avrebbe aspettato che facesse buio in un posto qualsiasi, un posto dove non rischiava di incontrare qualcuno che conosceva.

La vera partenza sarebbe stata con il treno di notte, che passava da Liegi alle undici e quarantacinque. Avrebbe comprato un biglietto per Berlino, sarebbe sceso a Colonia e da lì avrebbe preso la coincidenza per Amburgo. Aveva fantasticato spesso di andare ad Amburgo, perché era un grande porto e lui non aveva mai visto un porto. E neppure il mare.

Mangiò il suo yogurt come ogni mattina, senza badare a Louise e senza pensare che Michel, come al solito, stava ancora dormendo nella stanza accanto.

Il suo non era un buon piano, se ne rese conto poco dopo mentre studiava in sala da pranzo.



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