Cadnum Michael - 1996 - Lo specchio di Giuda by Cadnum Michael

Cadnum Michael - 1996 - Lo specchio di Giuda by Cadnum Michael

autore:Cadnum Michael [Cadnum Michael]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Horror
ISBN: 9788881839025
Google: Fp3rAAAACAAJ
editore: Newton Compton
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00


La giovane donna stava in piedi davanti a uno specchio. Se fosse stata meno assorta nella vista della propria nudità, mi avrebbe udito. Persino quando percepì il gelo che io portavo fu rassicurata dallo specchio: era la sola persona nella stanza.

Ma era il riflesso che mi faceva esitare. Una minuscola parte di un adesivo guastava lo specchio: il resto di una targhetta con il prezzo. Lei stava in piedi vicino allo specchio, e il suo respiro era visibile sulla superficie, mentre si strofinava le ciglia con la punta di un dito. Come un parrocchetto che si arrende al suo ritratto e lo corteggia, ricoprendo l'immagine di semi rigurgitati, la donna si liberò di un grumo scuro di trucco dalle ciglia. Teneva in mano un maglione rosso di cashmere, studiandolo nello specchio. Lo lasciò cadere.

Si toccò il seno, un capezzolo. Ebbi l'impressione della sua profondità, delle sue sensazioni, del modo in cui si ravvivava con una risata, con piacere. I suoi capelli biondi erano tagliati corti, e aveva un graffio sull'avambraccio: un gatto o una spina. Oppure un amante... non aveva gatti dentro casa, e l'unico giardino si trovava a quattro piani di distanza.

Si voltò e cadde all'indietro contro lo specchio, incrociando le braccia sui seni. Un osservatore avrebbe potuto equivocare la scena e vedere due persone spaventate per un'esplosione o per un grido nella strada.

Ci fu un rimbombo metallico. Da qualche parte nella casa. In cucina... nella spazzatura.

Lo specchio. Solo dopo un po' ci viene in mente di nuovo la vacuità del mondo riflesso, la sua sterilità. La oltrepassai per toccare lo specchio e, con mia sorpresa, lasciai un'impronta. Non un'intera impronta: una macchia simile a un punto esclamativo. Le passai le dita tra i capelli, accarezzandole la linea del mento. Il ripostiglio della spazzatura era silenzioso. Dei passi si avvicinarono e si diressero in una stanza adiacente.

È ricco di proteine; sieroalbumina con il gusto insipido della chiara dell'uovo, sieroglobulina, il gusto del siero del latte, e fibrogina, con il sapore della carne umana e animale. Anticorpi, calcio, magnesio, solfati, fosfati: il sangue non sa nulla, non ama nulla, non ha mai sognato né mai sofferto. È un miscuglio di urea e acidi grassi, e altro. Qualcosa che bevo con gusto.

Lo specchio emetteva un ronzio costante: era una radio sintonizzata su una lunghezza d'onda vuota. Non ero stato in grado di sentirla, prima di quel momento. Potevo vedere ogni sfumatura di colore riflessa sulle sue labbra, sui suoi denti, sui suoi occhi aperti.

La porta si aprì dopo un bussare frettoloso. Fu un attimo, e vidi una donna paralizzata dallo shock, incapace di muoversi. Era quasi identica alla donna che giaceva davanti a me sul pavimento, ma era vestita con una maglietta bianca e dei jeans, i piedi infilati in pantofole blu pelose. Passò un lungo secondo. Non accadde nulla, poi la porta si chiuse con violenza.

Vattene adesso, insistetti con me stesso. Forza... fuori dalla finestra.

Ma non me ne andai. Come un comune delinquente pulii lo specchio con la manica, togliendo l'impronta.



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