L'inverno dei Leoni by Stefania Auci

L'inverno dei Leoni by Stefania Auci

autore:Stefania Auci [Auci, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2021-05-23T22:00:00+00:00


Un tuono lontano.

Ignazio alza la testa dalle carte, va alla finestra, la apre. Lo scirocco di quei giorni sta lasciando il posto a un cielo grigio e gravido di sabbia che minaccia la Cala e le lucide carrozze nere dirette al Foro Italico. Uomini in redingote e donne nei loro abiti di faille, taffetà e mussolina affollano l’ultimo tratto del Cassaro per farsi vedere ed essere visti. È una Palermo nuova, questa. Nei suoi ricordi di ragazzino, Palermo era elegante, discreta. Adesso è diventata irriverente, sfacciata: una volta guardava attraverso gli scuri delle finestre e commentava in privato; adesso ti pianta gli occhi in faccia, pronta a malignare sul modo in cui ti vesti, sulla vettura che possiedi o sul tuo circolo di conoscenti. E quest’insolenza irrita profondamente Ignazio.

Il suo sguardo si appunta su una lavandaia che porta un mucchio di panni in un cesto e si trascina appresso un picciriddu scalzo. Ai margini del corso resistono ancora catapecchie abitate da famiglie poverissime, con donne dall’aria sfatta e in perenne attesa dei loro uomini, al lavoro, in fabbrica, o imbarcati su qualche nave. Queste persone Palermo preferisce non vederle e basta. Lui non vuole vederle, sebbene sua madre insista perché s’impegni in qualche attività caritatevole. Sì, lo sa bene che è importante per il nome della famiglia e infatti i Florio hanno una cucina per la distribuzione dei pasti ai poveri, e Franca appartiene alla Congregazione delle Dame del Giardinello ed è sempre generosa soprattutto con le ragazze abbandonate... Lui è un imprenditore: dà lavoro e pane ai dipendenti della NGI, agli operai dell’Oretea, a quelli che lavorano allo scalo d’alaggio. Per non parlare di tutte le altre attività, anche al di fuori di Palermo...

Soprappensiero, Ignazio si passa le mani tra i capelli, poi si ferma, cercando di non rovinare la piega del ciuffo. Nel riflesso della finestra aperta, contempla la sua immagine. I baffi impomatati, il garofano all’occhiello, la cravatta perfettamente annodata e fermata da una spilla di brillanti. Impeccabile.

Ma quelle carte sulla scrivania – che aspettano una firma, una lettura, una decisione – rovinano tutto.

A volte, quando resta solo in quell’ufficio, gli sembra di sentire dei rumori, quasi che il palazzo si lamentasse per un dolore che lo affligge. È come se dietro la boiserie si stessero lentamente aprendo delle crepe. Un’idea assurda – lo sa – ma che lo mette a disagio.

Ignazio si allontana dalla finestra, si volta a guardare il quadro che suo padre aveva commissionato ad Antonino Leto e che ritrae la cantina di Marsala. Lì, davanti all’edificio, l’acqua è verde, calma; la luce è calda, pastosa.

Di quella calma lui avrebbe bisogno, ora.

Al mare, i Florio devono la loro ricchezza. Con questo pensiero lui sta combattendo da settimane. Come condizione essenziale per il rinnovo delle convenzioni gli è stato chiesto un radicale ammodernamento dei piroscafi per il trasporto dei passeggeri. Lui ha fatto resistenza, ha detto che avrebbe provveduto, ha rimandato. E adesso non può più sottrarsi a quella richiesta.

Ma con quali soldi? La faccenda



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