Cantone Raffaele - 2008 - Solo per giustizia: vita di un magistrato contro la camorra by Cantone Raffaele

Cantone Raffaele - 2008 - Solo per giustizia: vita di un magistrato contro la camorra by Cantone Raffaele

autore:Cantone Raffaele
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Judicial Power, Social Science, antimafia, giudici, General, Biography & Autobiography, camorra, Law, Criminology
ISBN: 9788804580119
editore: Mondadori
pubblicato: 2008-12-14T23:00:00+00:00


18

La vicenda di Federico Del Prete mi ha risvegliato dei ricordi tristi. Ormai è notte, notte fonda, e credo di essere rimasto l'unico in ufficio, almeno qui su questo piano. Dal corridoio non si sente più nessun rumore e c'è una luce fioca, lunare, che entra dalla grande finestra. Penso a Mino, Mino Palmeri, che è all'origine di tutte le esperienze che sto rievocando, ai suoi modi spigolosi: era un uomo esigente, ma in cambio ti forniva sempre il suo appoggio. Mino che mi accompagnava da Cordova, quando i rapporti si erano deteriorati, Mino che chiamava per congratularsi con una frase secca dei risultati di un'indagine o di un processo, Mino che alla fine mi diceva scherzando che mi considerava quasi un figlioccio, Mino che ormai da più di sei anni non c'è più.

Ma forse il contesto in cui il suo ricordo si conserva più nitido è quello legato ai turni esterni, le varie volte in cui dovetti andare sul luogo di un omicidio e lui, che avrebbe potuto farne a meno leggendosi il fascicolo il giorno dopo nel suo ufficio, era già lì prima di me. Fino a quando è stato bene, Mino Palmeri pretendeva di essere avvisato anche lui dalle forze dell'ordine, e anche dopo, voleva sempre essere informato di quel che accadeva nel corso della notte.

Una volta quando tutti, tranne lui, sapevamo ormai del male terribile da cui era affetto, vi fu un omicidio. Il fatto era collegato a una gravissima vicenda in cui aveva trovato la morte una bambina, rea soltanto di stare vicino al padre, vittima designata dei sicari.

Ero di turno e, dopo i primi accertamenti sulla scena del crimine, mi ero recato alla questura di Napoli. Andammo avanti fino alle tre di mattina, ma alla fine pensavamo di aver acquisito elementi importanti per individuare i killer di quella creatura innocente.

Stavo concordando alcune attività da intraprendere col capo della mobile, già quasi pronto per tornare a casa, quando squillò il mio cellulare. La voce di Mino era flebile, ma non credo per il sonno. «Perché non mi hai ancora avvisato degli sviluppi?» mi chiese. Risposi che, vista l'ora, non mi era sembrato il caso di svegliarlo e che quello che avevo da riferirgli non sarebbe ormai cambiato sino a domattina.

«E tu svegliami lo stesso a qualunque ora, capito?» ringhiò, ma era chiaro che lo diceva con affetto.

Compresi più tardi che per Mino il lavoro era diventato come una droga - o anche un antidoto - per sentirsi vivo e combattere il cancro che gli stava devastando il corpo, ma gli lasciava la mente lucidissima.

Anche con l'attuale coordinatore Franco Roberti ci siamo più volte incontrati sui luoghi degli omicidi trattenendoci fino alle prime ore del mattino a scrivere decreti per perquisizioni o intercettazioni.

Una volta, non molto tempo fa, riuscimmo a rendere un po' meno drammatico uno di questi momenti così tristi.

A Nola era stato ammazzato il titolare di un'agenzia di pompe funebri, un omicidio di chiaro stampo camorristico. Erano circa le otto di sera, ero da



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