cardini, cristiani perseguitati e persecutori by [.]

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autore:. [.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


8. La "questione costantiniana"

Costantino fu una personalità complessa e contraddittoria. Accettando il battesimo solo molto tardi, praticamente quasi in punto di morte - il suo consigliere Osio lo aveva avvertito che il battesimo 91 avrebbe lavato, insieme con quello originale, tutti i peccati -, palesò forse la sua consapevolezza profonda che la morale cristiana era solo molto problematicamente componibile con gli obblighi, le responsabilità e le esigenze politiche di un regnante. Chi gli ha rimproverato la crudeltà, ad esempio citando i casi degli assassinii della moglie Fausta e del figlio Crispo nel 326,' ha dimenticato che questo "presidente" della Chiesa, questo «vescovo di quelli di fuori»10 cui venne attribuito l'epiteto di isapostolos, 'pari agli apostoli', diresse e si può dire governò l'assemblea dei fedeli di quel Cristo che gli aveva accordato la vittoria e l'impero, ma fino agli ultimi istanti non si ritenne mai propriamente uno di loro neppure quando li chiamava piamente "fratelli" e "sorelle". Eppure fondò splendide basiliche: fra esse, a Roma quelle di San Pietro e di San Giovanni in Laterano; e altre a Costantinopoli, a Gerusalemme, a Betlemme e in altri luoghi della Terrasanta.

Quando si parla di "cristianesimo costantiniano" si deve tener presente che Costantino non solo non fondò alcuna religione, ma nemmeno inaugurò un modo nuovo e diverso d'intendere il cristianesimo: egli si limitò a immettere la Chiesa cristiana nello stato imperiale, riconoscendola come corpo privilegiato e aprendo con ciò obiettivamente la porta alle future tesi di superiorità di quella su questo, senza mai nemmeno alla lontana giungere tuttavia a conclusioni del genere per quanto riguardava la sua concezione d'impero. In ciò, lo sviluppo dell'impero costantiniano si riscontra con piena coerenza nella pars Orientis, in quello che gli europei avrebbero preso presto l'abitudine di definire "impero bizantino", mentre agostinismo politico, dottrina gelasiana e lotta per la supremazia fra trono e altare così come li ha conosciuti la storia europea appartengono pienamente ed esclusivamente a una società che fin dal IV-V secolo ebbe a che fare con il "patriarcato d'Occidente", la sede episcopale romana, e che si sarebbe sviluppata dall'VIII-IX secolo in poi, come del resto è dimostrato dal tema della donatio Constantini. Tuttavia, il suo governo rappresenta una decisa svolta nella storia dell'impero romano, della Chiesa cristiana, del cristianesimo e della società medievale e moderna che ne sono scaturite in quanto la vittoria della fede di Gesù di Nazareth non si può in alcun modo interpre92 tare alla luce di un determinismo che sarebbe ambiguo ed errato in entrambi i casi, sia in quanto esito d'una concezione immanentisticostoricista, sia come risultato di una visione provvidenzialistica del corso delle umane vicende. Lasciando la seconda proposta al campo della teologia della storia, che le compete ma che in questa sede non ci riguarda, va sottolineato che la duplice vittoria di Costantino, su Massenzio prima su Licinio poi, e la sua scelta religiosa - che, per quanto rimasta nella sfera personale del sovrano, aveva comunque, in quanto a lui relativa, un aspetto e delle conseguenze di carattere pubblico



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