Carichi e Pronti by Patricia Logan

Carichi e Pronti by Patricia Logan

autore:Patricia Logan [Logan, Patricia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781720581703
Google: LpUWuAEACAAJ
editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
pubblicato: 2018-01-07T00:00:00+00:00


Capitolo Dieci

Jarrett tornò a casa, si mise nel letto di Thayne e dormì per due giorni di fila, svegliato ogni tanto dal compagno che gli preparava del brodo di pollo, pensando vagamente che potesse aiutarlo con la commozione cerebrale. Jarrett lo mangiava con gusto. Sembrava che, in qualche modo, il Vicodin prescrittogli dal dottore prima della dimissione dall’ospedale, il giorno dopo la colluttazione con Kim, gli avesse messo una fame da lupi, anche se Thayne aggiungeva al brodo dei cubetti di tofu stagionato. Jarrett era sicuro che il suo compagno lo facesse apposta per farlo incazzare, ma la zuppa era così buona che non gli importava. La mangiava così com’era. Non esisteva che la rifiutasse, non quando lasciava nell’appartamento di Thayne quel profumino fantastico. La prima sera che vi erano tornati, Jarrett si era fatto una doccia per lavarsi di dosso la puzza. Era la prima che faceva da quando era cominciata la missione e il getto d’acqua calda era stato paradisiaco sui suoi muscoli indolenziti. Quando invece l’acqua era scesa sul bernoccolo che aveva sulla nuca gli aveva fatto male, ma non importava. L’odore speziato del bagnoschiuma di Thyane gli riempiva le narici, dandogli un senso di pace.

Thayne si occupava di lui notte e giorno, lo lasciava dormire, si assicurava che prendesse le medicine quand’era sveglio, e diffondeva profumi deliziosi nell’appartamento. Il secondo giorno, Jarrett si svegliò con un piatto di pancakes ai mirtilli e tre uova fritte che divorò con una tazza di caffè forte. Non avevano parlato del caso e gli stava bene così. Ogni volta che cercava di ricordare dettagli di ciò che avevano discusso all’ospedale, gli scoppiava un mal di testa feroce. Capiva che Thayne glielo leggeva in faccia, perché non appena si sentiva male lo rimandava a letto, spegneva le luci e si sdraiava accanto a lui per abbracciarlo delicatamente. Era bello che si prendesse tanta cura di lui e Jarrett apprezzava quei momenti più di quanto volesse ammettere. Sapeva di poter essere se stesso con Thayne ed era questo l’importante. Thayne era la sua casa e, dovunque si trovassero, riusciva a farlo sentire completo.

Durante la terza notte, a un certo punto Jarrett fu svegliato dal suo sonno profondo da un forte tonfo seguito da un’imprecazione. Capì immediatamente cos’era: nel sonno, Thayne doveva essere rotolato lontano da lui fino a cadere dal letto. L’ultima volta che era successo era stato subito dopo il loro incontro, mentre si nascondevano da Virgil, il sicario incaricato di ucciderli.

“Thayne,” chiamò Jarrett nel buio. Dopo un po' vide la figura scarmigliata del suo compagno che si metteva a sedere sul tappeto. “Che è successo?”

Thayne si rialzò con un grugnito, tornando a stendersi sul letto finché fu abbastanza vicino da poterlo toccare. Jarrett rotolò di fianco e lo prese tra le braccia. Tutto il corpo di Thayne era coperto da una sottile pellicola di sudore.

“Scusa se ti ho svegliato.” La sua voce era bassa e roca; se la schiarì. “Brutti sogni.”

Nei primi tempi che avevano cominciato a dormire insieme, gli incubi di Thayne erano stati ricorrenti.



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