Cento pagine di poesia by Giovanni Papini
autore:Giovanni Papini [Papini, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-07-07T22:00:00+00:00
sei
la mia stella
Tutte le sere, dopo cena, mentre aspetto in terrazza il caffè, esce su dalle macchie di Roti, proprio di faccia a casa mia, una stella più grande di tutte l’altre stelle.
Gli anni passati non ci avevo badato. Ma ora che ho il tempo di non far nulla la seguo e la corteggio cogli occhi e col pensiero fino al momento di andare a letto.
Non so come si chiama e non me n’importa. Dev’essere una sfera passiva, uno specchio dell’invisibile giorno, un pianeta. Ma è più grossa dei soli notturni più vicini e splende come un fuoco bianco più vivo d’ogni fiamma del cielo. Sembra che non abbia nulla a che fare colle sue compagne minute e scansa liberamente tutti i sistemi e tutte le costellazioni. Vien su lesta e dritta per la sua strada come se non avesse tempo da perdere, tracciando un bel semicerchio che ha per centro il mio tetto. Mentre l’orse e gli altri animali stellari si muovono con la tardezza propria delle mitologie il mio pianeta fugge per conto suo come se andasse a un appuntamento nell’infinito. Sembra un uccello di luce che voli senza attriti e distrazioni sopra un campo di lumi fermi. Forse, sapendo la sua tremante bellezza, vuol sbrigarsi presto della sua parte e non conceder più lungo spettacolo che non sia fissato nei contratti astronomici per queste notti di luglio. Ha l’aria d’esser qui di passaggio, come una signora in frettolosa visita nelle case, dei poveri.
Non devo essere il solo a innamorarmene e non pretendo che sia la stella addetta alla mia persona e il pianeta della mia fortuna. Ma se non avessi lei, in queste serate vuote e solitarie che ho per musica lo scroscio del Tevere e basta, e per compagnia soltanto la cagna pezzata del Fiori come dovrei fare a passarle?
Quando m’è giunta quasi sul capo entro in camera a cercare altri sogni nel sonno ma la stella seguita il suo viaggio e mi par di vederla sempre sola, fiera e allegra come poc’innanzi, varcare il poggio della Malacozza e spuntare consolatrice agli occhi d’un altro malinconico che l’aspetta nell’opposto versante tutto pieno di amore e non sa che l’ho già posseduta io tutta la prima sera.
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