Cento secondi in una vita by Faber Andrew

Cento secondi in una vita by Faber Andrew

autore:Faber, Andrew [Faber, Andrew]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


11.

Sarà capitato anche a voi, in determinati momenti della vita, di sentirvi dentro qualcosa di tanto bello e potente, una specie di ordigno nucleare piantato tra lo stomaco e il cuore, che non va né su né giù. Ecco, quello è il principio dell’amore. È mio dovere tuttavia informarvi che, in taluni casi, potrebbe trattarsi di reflusso gastroesofageo, contro il quale vi consiglio un gastroprotettore o un inibitore della pompa protonica. Comunque. Quando l’ordigno nucleare di cui sopra è prossimo alla fissione, si può scegliere di implodere o altresì optare per la condivisione strettamente confidenziale con il proprio amico di merende. L’amico di merende deve essere sempre informato sull’evolversi delle vostre vicende amorose, in modo tale da poter ottemperare al suo ruolo di stretto consigliere, quale egli è. Ognuno di noi ne ha uno. Se non lo avete, cercate di munirvene al più presto.

Il signor Rebaf ne aveva uno di nome Davide. E fu proprio a lui che si rivolse poche ore dopo la partenza di Luisa. Gli disse che voleva parlargli di qualcosa di molto importante, che non accettava rifiuti e che lo avrebbe aspettato a casa sua con una scelta di birre artigianali da far impallidire la Germania intera. Insomma, un invito a cui era impossibile sottrarsi. E infatti Davide non rinunciò. Presentandosi all’appuntamento con estrema puntualità.

«Tieni ben presente a mente, e quando dico bene, intendo molto bene, che ho rinunciato alla settimana stagione di Game of Thrones per venire da te stasera.»

«Va bene. Non lo dimenticherò. Anzi, ti dirò di più, lo apprezzo molto.»

«E quindi, cosa è successo?»

«L’altro giorno si è presentata una ragazza in libreria che cercava un libro.»

«Pazzesco! In una libreria poi! Praticamente un caso da manicomio!»

«Fammi finire.»

«Il libro era esaurito. Allora io le ho detto che gliel’avrei potuto ordinare entro qualche giorno. E lei, dopo qualche giorno, è tornata a prenderlo.»

«E fin qui, la definirei una sceneggiatura da Oscar.»

«Fammi finire. Anzi, tieni. Stappati una birra, così non rompi i coglioni.»

«Ci sto.»

«Si chiama Luisa, ed è una coltivatrice di canapa.»

«La cosa si fa interessante.»

«Non quella che pensi tu. Quella legale. Ma il punto non è questo. O almeno, non solo. È un’amante scellerata della poesia, ha due gambe che quando ti vengono incontro ti vien voglia di strapparti via gli occhi e tirarglieli dietro. Ha una voce bellissima, profuma di un qualcosa che non so bene cosa sia, e mi manda giù di testa.»

«Forse marijuana?»

«Boh, può essere.»

«Vabbè, siete già usciti?»

«Sì, l’altra sera. Mi ha portato a mangiare fuori e io le ho scritto anche una poesia.»

«Tu?»

«Io.»

«E comunque, a fine serata eravamo fuori dal pub e lei a un certo punto fa la cosa più bella del mondo.»

«Un pompino?»

«Ma sei un deficiente!»

«Eddài… Allora dillo prima che non si può più scherzare da quando siete usciti insieme. Cosa può aver fatto di tanto meraviglioso da rincoglionirti così?»

«Rincoglionire no. Ma innamorare sì. Che poi, chissà… forse sono la stessa cosa.»

«Ti ha baciato?»

«Non proprio.»

«Ti ha detto che sei l’unico con cui dividerebbe l’ultima pizza dell’umanità?»

«No!»

«L’ultima birra?»

«Nemmeno. Niente di tutto questo.



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