Come vento ribelle by Francesca Prandina

Come vento ribelle by Francesca Prandina

autore:Francesca Prandina [Prandina, Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical
ISBN: 9788897810360
Google: n70EoQEACAAJ
editore: Butterfly Edizioni
pubblicato: 2014-10-15T15:08:15+00:00


XVII.

L’indomani mattina all’adunata delle guardie delle otto, Sabrina si presentò nuovamente al cospetto di suo fratello. Jonathan la guardò arrivare sorpreso e vide il nome di sua sorella nella lista del giorno.

«A quanto pare abbiamo un recidivo qui…» disse in tono sarcastico il sergente, fissando la sorella.

«Che le devo dire, signore… adoro fare la guardia!» rispose lei falsamente ossequiosa.

Il resto dei soldati vicino scoppiò a ridere per la battuta di spirito e Sabrina sorrise. Jonathan zittì gli uomini con un cenno e rivolto alla sorella la minacciò tra i denti: «Soldato, rispetto!»

Sabrina abbassò lo sguardo fiero e cancellò il sorrisetto dalle labbra: sapeva che non doveva mettere in imbarazzo suo fratello se non voleva perdere uno dei suoi due alleati. Jonathan sembrò soddisfatto del suo gesto di sottomissione e, lasciando correre, assegnò i turni del giorno. Congedati gli uomini trattenne per un braccio la sorella e sibilò: «Dopo farai meglio a darmi qualche spiegazione…» e la lasciò andare per l’esercitazione della mattina.

Dopo la ginnastica massacrante, questa volta Sabrina si ritrovò con un’arma da fuoco in mano. Era la prova che più temeva, anche se dopo aver assaggiato l’esercizio fisico non sapeva più cosa fosse preferibile. Ogni uomo era già in possesso della sua rivoltella e Jonathan ne consegnò una alla sorella su ordine del capitano. Sabrina la prese in mano con attenzione: sperava che non le avessero chiesto di dar prova della sua abilità davanti a tutti. Si ricordava fin troppo bene la sua misera performance con i Sudisti…

E invece si ritrovarono a far pratica al bersaglio. In sella al suo cavallo Sabrina tese il braccio davanti a sé e quando fu il suo turno fece fuoco. La mano le tremava e mancò il bersaglio suscitando il disappunto del tenente che stava dirigendo l’esercitazione.

«Hai mai sparato prima d’ora, ragazzo?» l’apostrofò.

Sabrina scosse la testa tenendo gli occhi bassi per la vergogna.

«Be’, non abbiamo molti proiettili da sprecare per insegnartelo, quindi ti conviene imparare in fretta se non vuoi far pratica direttamente sul campo di battaglia.» la liquidò freddamente.

Sabrina lanciò uno sguardo di aiuto al fratello che aveva assistito alla sua misera prova. Jonathan sospirò, avrebbe dovuto darle qualche lezione privata se voleva evitarle di finire subito sul libro nero del tenente.

La giornata continuò senza particolari incidenti tra una faticosa corvee e l’altra e una noiosa esercitazione a cavallo in cui Sabrina si distinse tra gli altri per le sue capacità. Di sicuro non era un’ottima tiratrice, ma almeno in sella sapeva il fatto suo.

Il turno di guardia assegnatole era quello dopo l’addestramento pomeridiano. Gli altri soldati erano impegnati nelle scuderie e Sabrina si annoiava sola sulla torretta di vedetta, ma almeno era in una postazione isolata e difficilmente sarebbero venuti a darle noia lassù. Scrutava l’orizzonte, il sole era ancora alto nel cielo, pur avendo ormai iniziato il lento declivio verso ovest, e non faceva più tanto caldo. Si chiese se suo padre sospettasse qualcosa. Erano passati ormai quattro giorni e lei attendeva con ansia che scrivesse ai suoi fratelli per informarli della sua scomparsa.



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