Conn Iggulden - La Guerra delle Rose 04 - La battaglia di Ravenspur by La battaglia di Ravenspur

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autore:La battaglia di Ravenspur [Ravenspur, La battaglia di]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XVII

Elizabeth fu presa dal terrore nell’udire il rumore di uomini in armi che si avvicinavano. Per mesi era stato quello il suo incubo, come un lampo bianco e scintillante che gli perforava il petto ogni volta che un droghiere o un prete venivano all’asilo, ogni volta che udiva una voce sconosciuta o suonava una campanella. Ogni volta l’assaliva l’enorme paura oscura che fosse Lancaster o uno dei suoi lord venuti a massacrare i suoi figli e lei. Nei suoi sogni vedeva il sangue scorrere nero sul pavimento.

Questa volta udì davvero il clangore del ferro e si rizzò a sedere di colpo, con il cuore che le batteva all’impazzata nel buio. Nelle minuscole celle dell’asilo erano presenti sempre uno o due monaci. In quei mesi di soggiorno obbligato aveva imparato a conoscerli tutti e ora riconobbe la voce di frate Paul, seguita da un grido e da uno schianto che le fecero afferrare la vestaglia e cercare freneticamente di allacciarla nel buio.

Dormiva sola e sentiva la balia, Jenny, muoversi nella stanza accanto lungo il corridoio. Sua madre, Jacquetta, era già alzata e le comparve davanti con una lampada in mano, i capelli una massa di riccioli scompigliati dal sonno.

Senza aprire bocca Elizabeth le mostrò il lungo coltello che aveva afferrato e Jacquetta sparì di nuovo nella sua camera uscendone subito dopo con un attizzatoio in mano. Le due donne si avvicinarono alla scala zittendo Jenny, che si era affacciata sulla soglia, e respingendola nella stanza. Più in giù lungo il corridoio una bambina cominciò a piangere, un pianto che avrebbe certamente svegliato la vecchia governante che si occupava di loro nonostante fosse sorda, perciò al primo strillo si svegliò tutta la casa. Elizabeth si morse il labbro piena di paura mentre raggiungeva il primo gradino e si curvava per scrutare in basso il minuscolo ingresso.

Frate Paul giaceva rannicchiato contro la parete, non si capiva se privo di sensi o morto. Elizabeth cercò di ritrovare il respiro, poi si rese conto confusamente che conosceva l’uomo che in quel momento le voltava le spalle, chino sul frate. Quando Edward si voltò, le parve che si girasse verso di lei senza produrre nessun rumore, anche se certamente non era così.

Suo marito alzò lo sguardo verso il punto dove lei lo stava guardando attraverso la balaustra e lanciò un grido, il viso illuminato da un immenso sorriso. Elizabeth gridò a sua volta per l’enorme sollievo, anche se le sembrava di essere sul punto di svenire e di rotolare giù dalle scale. Barcollò quando si rimise in piedi e sentì le mani della madre sostenerla e guidarla per evitarle di cadere.

Edward salì la scala in pochi balzi, guardando la moglie con orgoglio.

«Ti ho svegliato!» esclamò ridendo. Elizabeth cercò freneticamente di capire, di ragionare: «Edward, io non… È tutto finito allora?» .Confusa, vide il suo gigantesco marito scuotere la testa, pur continuando a sorridere allegramente.

«No, amor mio. Anche se in parte sì. Però Londra è mia e posso portarti via da qui. È abbastanza per stanotte, no? Allora, dov’è mio figlio, Elizabeth?»

«L’ho chiamato Edward» disse Elizabeth.



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