Contro il self help. Come resistere alla mania di migliorarsi by Svend Brinkmann

Contro il self help. Come resistere alla mania di migliorarsi by Svend Brinkmann

autore:Svend Brinkmann [Brinkmann, Svend]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2019-09-14T22:00:00+00:00


Le conseguenze della cultura dell’emotività

Come dice Cohen, non c’è nulla nei sentimenti che li renda di per sé affidabili – e men che meno degni di venire espressi. In un contesto culturale in continuo mutamento, anche le nostre emozioni probabilmente cambiano più in fretta che mai. Il giorno prima siamo appassionatamente dediti al volontariato, il giorno dopo investiamo le nostre emozioni nell’ultima serie televisiva americana. Almeno, io sono così – per quanto cerchi di evitare gli eccessi di introspezione. Di regola, i nostri sentimenti non costituiscono un buon fondamento su cui restare saldi; anzi, cambiano a seconda delle circostanze e delle tendenze dominanti. È un’illusione credere che scavare a fondo tra i tuoi sentimenti profondi sia la strada verso l’autenticità. Non c’è nulla di desiderabile in un’esplosione di rabbia nei confronti dell’automobilista che sta guidando troppo piano in corsia di sorpasso, anche se è autentica, anche se davvero la cosa ti irrita.

In fondo, la venerazione dell’autenticità nella ricerca dei veri sentimenti ci infantilizza. Il bambino, avvolto nei suoi sentimenti – che sorride quando è felice e piange quando è triste –, ci viene implicitamente presentato come modello ideale. I bambini possono essere teneri e meravigliosi, ma questo culto dell’autentico e del bambinesco è molto problematico in età adulta. Una persona adulta dovrebbe invece ammirare la capacità di controllare – al limite, di reprimere – le emozioni negative. Dovrebbe anche stare attenta a non vomitare in giro emozioni positive. Se ripeti di continuo la frase: “Wow, è davvero fantastico!”, questa perde in fretta il suo significato. Personalmente, smetto quasi subito di prestare ascolto a chi si è formato nella comunicazione e fa elogi in continuazione. Tieni a freno le tue emozioni finché non ti servono davvero: se “odi” il pâté, non ti basteranno le parole per dire cosa pensi di un dittatore. E se “ami” il pâté, quale espressione userai per descrivere quello che provi per i tuoi figli? L’ideale stoico dell’autocontrollo può aiutarti a mettere le cose nella giusta prospettiva.

Molti ribatteranno che è del tutto sbagliato reprimere i propri sentimenti. La conseguenza – soprattutto dell’inibizione delle emozioni negative – è che finiamo per seppellire le nostre emozioni in profondità, dove si inaspriscono e ci fanno stare male. Dobbiamo esprimere i nostri sentimenti per amore della salute! Dobbiamo davvero? Le ricerche a questo proposito sono ambigue. Reprimere e inibire le proprie emozioni è stato a lungo associato a ogni sorta di disagio – dalla bassa autostima al cancro. Ma i risultati degli studi portano in molte direzioni diverse. Per esempio, alcune ricerche mostrano che le persone con la tendenza a reprimere sentimenti come la rabbia corrono un rischio maggiore di ammalarsi, e addirittura di sviluppare un tumore – se però sono donne. Per gli uomini, pare vero il contrario: essi sono maggiormente a rischio di cancro se danno libero sfogo alla propria ira.48 Ovvero, per metterla in termini positivi, la capacità di reprimere la rabbia riduce il rischio di morire di cancro – ma solo se sei un maschio. Tuttavia non



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