Descartes e il rinnovamento della filosofia by Steven Nadler

Descartes e il rinnovamento della filosofia by Steven Nadler

autore:Steven Nadler [Nadler, Steven]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2024-07-08T12:00:00+00:00


Per quanto ne sappiamo, questo è l’unico passaggio nei suoi scritti in cui Descartes condivide con qualcun altro il proprio dolore per la perdita di Fransintge e per la morte di suo padre, Joachim, deceduto appena un mese dopo la figlia. Si trattava chiaramente di una questione molto privata.

Nell’agosto del 1641 il libro era già in stampa. Questa prima edizione, pubblicata da Michel Soly a Parigi, comprendeva tanto le Meditazioni quanto sei serie di obiezioni e le relative risposte di Descartes: il dibattito occupava uno spazio di gran lunga superiore a quello del testo originale. Il volume è preceduto da una lusinghiera lettera dedicatoria al «signor decano e ai signori dottori della sacra facoltà di teologia di Parigi» – cioè la Sorbona – che Descartes definisce «la principale colonna della Chiesa cattolica». Anche in questo caso Descartes si sforza di ottenere finalmente quello che chiama il loro «parere» sull’opera e, in particolare, la loro approbatio e la loro protezione.

Le obiezioni ricevute da ecclesiastici e teologi si concentrano principalmente sulla sua riflessione su Dio. L’autore della prima serie di obiezioni è Johan de Kater (Caterus), un sacerdote cattolico di Alkmaar. De Kater teme che le presunte prove dell’esistenza di Dio fornite da Descartes non siano efficaci e suggerisce che la prova «ontologica» a priori, basata sull’idea che Dio contiene necessariamente in sé la perfezione dell’esistenza, dimostri soltanto come i due concetti («Dio» ed «esistenza») siano collegati, non certo che «l’esistenza sia in natura qualcosa in atto» e, quindi, che Dio esista veramente15. La seconda serie di obiezioni, provenienti all’apparenza da «teologi e filosofi» ma composte per lo piú dallo stesso Mersenne, solleva la questione del perché la presenza dell’idea di un essere infinito (Dio) in una mente finita comporti necessariamente il fatto che quell’essere infinito debba esistere come causa di quell’idea. Non è forse possibile partire semplicemente dall’idea di «un qualche grado di perfezione [e aggiungere] un grado di perfezione ad un altro, e ad un altro grado ancora, sino all’infinito», per arrivare in conclusione all’idea di un essere infinito? Inoltre, continua l’autore delle obiezioni (Mersenne), se si prende in esame l’affermazione di Descartes secondo cui Dio non può essere un ingannatore, non è forse possibile che l’inganno sia perfettamente compatibile con la bontà provvidenziale di Dio? «Dio non può forse comportarsi nei confronti degli uomini come un medico nei confronti dei malati ed un padre nei confronti dei figlioli, i quali, tutt’e due, ingannano molto spesso malati e figli, ma con sapienza e a fin di bene?»16.

John Michael Wright, Thomas Hobbes, olio su tela, 1669-70 circa.

Londra, National Portrait Gallery. Le principali questioni filosofiche e gli scambi piú controversi trovano posto nella terza, quarta e quinta serie di obiezioni, che provengono da tre figure di spicco della scena intellettuale del XVII secolo (o che lo sarebbero diventate presto). Il filosofo inglese Thomas Hobbes (1588-1679) incontrò per la prima volta Mersenne a metà degli anni trenta, durante i suoi viaggi sul continente. Alla fine del 1640 si ritrovò di nuovo a Parigi, questa volta come esule realista durante la guerra civile inglese.



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