Di mondi diversi e anime affini by Mohamed Ismail Bayed & Raissa Russi

Di mondi diversi e anime affini by Mohamed Ismail Bayed & Raissa Russi

autore:Mohamed Ismail Bayed & Raissa Russi [Bayed, Mohamed Ismail & Russi, Raissa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: De Agostini
pubblicato: 2021-05-02T22:00:00+00:00


SECONDA PARTE

—

Noi

6

– Ti ricordi di me?

– Ehm… no.

Quante volte ci siamo fermati alla prima impressione. Negli incontri, nelle esperienze, quando qualcosa o qualcuno di nuovo entrava nelle nostre vite. Quante volte abbiamo scelto di non approfondire la conoscenza, o concedere una seconda opportunità, preferendo credere al primo giudizio. D’altronde, dicono sia quello che conta, no? Quante volte, quindi, ci siamo forse sbagliati.

Noi due siamo la prova che andare oltre alle apparenze, a volte, conviene. Siamo la dimostrazione che puoi crescere credendo al colpo di fulmine per poi scoprire che l’amore più grande può arrivare anche in un altro modo.

La prima impressione era sbagliata. Il colpo di fulmine, nel nostro caso, è stato… solo un colpo!

Ci eravamo visti, ma abbiamo avuto bisogno di guardarci davvero.

Eravamo due “io”. Siamo diventati un “noi”.

RAISSA

Ho sentito nominare Momo per la prima volta al liceo. Non lo conoscevo, ma stava con quella che ai tempi era la mia amica del cuore, la mia “Ami”. Lei mi raccontò del ragazzo con cui aveva appena iniziato a uscire.

«Momo? Ma che nome è?» le chiesi, colpita.

«È un soprannome, si chiama Mohamed.»

«Ah. È marocchino?» Non so perché, pensai subito che quel soprannome di quattro lettere, dal suono “italiano”, fosse uno schermo dietro cui nascondersi. Così, a istinto. Però non feci altre domande.

Ben presto, la mia Ami cominciò a lamentarsi di lui. E non erano problemi da poco.

«Mi segue sotto casa di continuo, mi stalkerizza» diceva.

E io le chiedevo: «Ma perché ci stai insieme? Lascialo!».

Se devo essere onesta fino in fondo, avevo anche pensato che se la stesse cercando. Che cosa poteva aspettarsi di diverso da un marocchino? Per forza era un tipo possessivo e convinto di poter controllare la sua ragazza. A lei però piaceva. Lo trovava simpatico, era incantata dai suoi occhi scuri.

Prima si lamentava, poi minimizzava, poi si lamentava di nuovo…

Ero preoccupatissima, tanto che spesso le chiedevo di avvertirmi quando si dovevano vedere, e rimanevo in pensiero finché non la sentivo.

Abbiamo passato ore a parlare di lui, dopo la scuola.

«Non puoi capire quanto è asfissiante, Rà. Cioè, ieri mi ha scritto in continuazione, e siccome non gli rispondevo subito si è arrabbiato.»

«Ami, ma scherzi? Uno così si capisce subito che ha qualche problema. Lascialo subito!»

«Dici che dovrei?»

«Certo, non capisco cosa aspetti.»

«Be’… mi piace… è solo un po’ pesante…»

Lei veniva spesso a mangiare a casa mia, magari si fermava a dormire. Eravamo davvero inseparabili. Fino al giorno in cui non lo siamo state più.

Mi fa male pensare a quell’amicizia, è stata una delle delusioni più potenti, tra i miei legami. Una vera mazzata.

Era la mia compagna di banco, naturalmente. Ma un giorno entrai in classe scoprendo che aveva cambiato posto. Era andata a sedersi accanto a un’altra nostra compagna.

«Tranquilla, Rà. È solo che mi trovo bene anche con lei, facciamo che farò un po’ con te e un po’ con lei» disse. E in quel momento ci credetti, cercai anche di non darci peso, di mostrarmi “matura”. In realtà c’ero rimasta davvero male, per il suo spostamento. A quell’età, o forse sempre, l’amicizia conta quasi più dell’amore, e diventa altrettanto totalizzante.



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