Dolci Colline Di Sangue by Mario Spezi & Douglas Preston

Dolci Colline Di Sangue by Mario Spezi & Douglas Preston

autore:Mario Spezi & Douglas Preston [Spezi, Mario & Preston, Douglas]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Mostro di Firenze, True Crime
ISBN: 9788845412714
editore: Sozogno
pubblicato: 2006-03-26T22:00:00+00:00


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Qualcuno esagerò e magari fu addirittura in malafede, ma non mancò di sputar veleno: avete tirato fuori dalla naftalina Pacciani perché il Mostro se ne sta tranquillo da almeno tre anni e forse è pure morto. Insomma - l'accusa era decisamente pesante -, volete prefabbricare un colpevole da dare in pasto alla gente, questa volta senza paura di smentite da parte del vero interessato.

Lo abbiamo tirato fuori, era la replica, proprio perché, da quando Pacciani se ne sta in galera, non c'è stato più un omicidio. Già, perché il contadino di Mercatale, più o meno all'indomani del delitto di San Casciano, ma in fondo solo nel 1987, se n'era andato ad abitare per quattro anni nelle patrie galere. Per il peggior delitto che un uomo possa commettere: violenza carnale sulle proprie figlie.

Un mostro di sessualità deviata, non c'è niente da ridire, ribattevano i critici, ma proprio per questo, non il Mostro.

Certo - la controreplica - non possiamo dire che lo sia, per lo meno non ancora, ma uno che si macchia di simili reati può anche esserlo. E contro Pacciani, dicevano, non c'era solo questo.

A dire il vero il bottino di elementi messo da parte dalla SAM di Ruggero Perugini tra l'86 e l'89 non era pesantissimo e, soprattutto, si prestava a valutazioni di segno opposto: ininfluente per i carabinieri; estremamente significativo per la Polizia e per il pubblico ministero Paolo Canessa che, con l'approvazione del procuratore capo Piero Luigi Vigna, conduceva ormai in prima persona l'inchiesta.

C'era la storia di quel vecchio delitto commesso nel 1951, ricordato anche dall'autore della lettera anonima, di "quell'omicidiuccio", come lo chiamava Pacciani, che con il suo colorito e antico toscano di campagna tentava di presentarsi come un "agnelluccio". Era l'assassinio con diciannove coltellate di un amante della fidanzata Miranda Bugli, poco più di sedici anni, la più bella del paese, avvenuto lassù nel Mugello, proprio dalle parti di Vicchio e di Borgo San Lorenzo.

A vederlo da lontano poteva anche somigliare a un delitto del Mostro: due ragazzi che amoreggiano in macchina nascosti tra alberi e siepi; l'assassino che spunta fuori dal bosco che chiamano della Tassinaia e li aggredisce.

Ma bastava avvicinarsi un poco alla scena, dicevano gli scettici, per vedere che era tutta un'altra storia. Le coltellate, innanzi tutto, e prima ancora un colpo di pietra alla tempia per stordire, che non stavano a indicare solo un'arma diversa dalla pistola Beretta, ma proprio un altro modo di ammazzare: con il contatto fisico, afferrando la vittima con le mani, sporcandosi di sangue, senza badare alle conseguenze. E poi il dopo, da tragedia campestre d'altri tempi: lui, l'assassino, che si era sentito montare il sangue alla testa quando aveva visto la sua Miranda scoprirsi il seno sinistro, dopo l'omicidio la buttò sull'erba e la costrinse a fare l'amore con lui accanto al cadavere del rivale. E poi ancora: Pacciani che si caricò sulle spalle il corpo dell'ucciso - Severino Bonini, un commesso viaggiatore che vendeva macchine per cucire alle donne di campagna - per buttarlo in un laghetto non lontano, ma, poiché non ci riuscì, lo abbandonò in mezzo al campo.



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