Micro by Michael Crichton

Micro by Michael Crichton

autore:Michael Crichton [Crichton, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2011-12-31T23:00:00+00:00


21

GOLA DELLE FELCI

29 OTTOBRE, ORE 17

«Sta’ zitto e non muoverti. Hanno la vista acuta e l’udito fine.» Era stata Erika a parlare. Aveva gli occhi alzati verso i rami di una pianta di mamaki che si estendevano a una certa distanza dalle loro teste, dispiegando grandi foglie lobate. Attaccata a una foglia c’era un’enorme creatura, un insetto alato. L’animale luccicava di verde brillante e le sue ali accostate al corpo sembravano foglie. Aveva lunghe antenne, occhi sporgenti, zampe articolate e addome rigonfio, visibilmente una massa di grasso. Potevano udire un suono debole e continuo: hiss, uhh, hiss. Mentre l’animale respirava, l’aria entrava e usciva da una serie di fori sui fianchi.

Era una cavalletta verde.

Rick prese una delle cerbottane che aveva preparato e vi infilò una freccia. La punta di acciaio era spalmata di una pasta puzzolente che diffondeva un odore di mandorle amare: il curaro. Un batuffolo di imbottitura di materasso, proveniente dalla stazione Echo, era legato saldamente alla coda della freccia.

Rick s’inginocchiò e si portò la cerbottana alle labbra, usando grande cautela per non rischiare che il curaro gli finisse in bocca. Il cianuro gli faceva lacrimare gli occhi e gli procurava la sensazione di una stretta alla gola.

«Dov’è il cuore?» sussurrò a Erika che si era accovacciata vicino a lui. L’avrebbe guidato nel tiro, perché conosceva meglio di lui l’anatomia degli insetti.

«Il cuore? Dorsale posteriore del metatorace», rispose Erika.

«Eh?» fece Rick con una smorfia.

Erika sorrise. «Proprio sotto la sommità della parte posteriore dell’animale.»

Rick scosse il capo. «Non posso tirare lì. Le ali coprono la zona.» Mirò prima a un punto, poi a un altro, e alla fine decise di colpire l’insetto alla pancia. Puntò la cerbottana sul basso addome, fece un respiro profondo e soffiò.

La freccia si conficcò nella cavalletta. La creatura ansimò e fece vibrare le ali. Per un attimo pensarono che avrebbe preso il volo... ma non fu così. L’animale emise un suono stridulo assordante, un grido lacerante. Era un grido di allarme, di dolore? La sua respirazione accelerò e l’insetto si afflosciò, scivolò e penzolò dall’orlo della foglia.

Amar rabbrividì. Non si era mai reso conto di come le sofferenze di un insetto potessero toccarlo. Il curaro di Rick era molto potente.

Aspettarono. Ora la cavalletta pendeva capovolta. Il respiro rallentava, si protraeva ma suonava roco. Poi cessò. Immediatamente dopo l’insetto cadde a terra.

«Ottimo lavoro, Rick!»

«Rick il cacciatore!»

Dapprima la cavalletta morta non sembrò attrarre nessuno salvo Erika. «Ho mangiato delle termiti una volta, in Tanzania. Erano deliziose», disse la giovane. «In Africa gli insetti sono considerati una leccornia.»

Danny sedette su un ramoscello, preso da un senso di nausea. Sentiva che avrebbe potuto vomitare anche solo guardando la bestia morta. «Forse possiamo trovare un baracchino di hamburger qua intorno», disse, sforzandosi di fare una battuta.

«La carne di insetto è sicuramente meglio dell’hamburger», intervenne Amar. «Muscolo, sangue e tessuto connettivo di un mammifero bovino, il tutto tritato insieme: la sola idea mi disgusta. Non mangerei mai una mucca, ma una cavalletta... be’... forse sì.»

Mentre fissavano l’animale morto, la loro fame si acuì e si fece più insistente.



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