Dossier Sindone by Maria Margherita Peracchino

Dossier Sindone by Maria Margherita Peracchino

autore:Maria Margherita Peracchino [Peracchino, Maria Margherita]
La lingua: ita
Format: epub
editore: KKIEN Publ. Int.
pubblicato: 2015-02-25T23:00:00+00:00


Siamo nel febbraio del 1536, le truppe di Francia, in guerra contro la Spagna, stanno per invadere la Savoia. Carlo III è costretto a riparare in Piemonte. Prima va a Torino, poi a Vercelli, e per una breve parentesi a Milano. Con sé, naturalmente, ha la Sindone, che il 7 maggio viene esposta a Milano, al Castello Sforzesco. “Probabilmente il percorso”, dice don Fossati “si snoda lungo il Colle dell’Arnaz e la Valle Ala, fino a Ceres. Dovrebbero essere state toccate una serie di località quali Averole -Francia- , Pian della Mussa, Balme, Mondrone, Ala di Stura, Voragno, dove, per altro, a testimonianza del passaggio del Telo, esiste un affresco, e poi Lanzo e finalmente Torino”.

Nel marzo del 1537 il duca, con la Sindone, è a Nizza. Qui s’incontrano Francesco I di Francia e Carlo V di Spagna, in un confronto organizzato da papa Paolo III. Il venerdì Santo, il 29 marzo, la Sindone, forse dal Papa stesso, viene mostrata ai pellegrini dalla Torre Bellanda. Francia e Spagna raggiungeranno una tregua, presto violata, però, da Francesco I.

Alla ripresa delle ostilità Carlo III con la corte è costretto nuovamente a riprendere la fuga. Torna a Vercelli, dove la Sindone trova posto nel tesoro della cattedrale di S.Eusebio. E a Vercelli il Telo rimarrà ininterrottamente dal 1541 al 1561. Carlo III morirà il 17 agosto del 1553. Pochi mesi dopo, il 18 novembre, i francesi passano all’attacco e, con il generale Carlo Brissac, occupano e saccheggiano Vercelli. E’ il canonico della cattedrale, Giovanni Antonio Costa, l’autore del salvataggio della Sindone, che i francesi volevano rubare per poi, probabilmente, offrirla dietro alto riscatto, al successore di Carlo III, Emanuele Filiberto. Il canonico, pochi minuti prima che i francesi entrino nella cattedrale, mentre la città è già a ferro e fuoco, preleva la cassetta con il Telo e la porta di nascosto a casa sua, dove poche ore più tardi, fingendosi simpatizzante della Francia, invita i soldati francesi a rifocillarsi, trasformandoli in inconsapevoli guardiani della Sindone. I soldati se ne vanno rifocillati, Vercelli reagisce riuscendo a cacciare le truppe, e la Sindone è salva. Il giorno stesso Emanuele Filiberto viene informato con una missiva che il Telo è salvo.

Nel 1560 Emanuele Filiberto sposa Margherita di Francia, sorella di Enrico II. Il duca e la consorte raggiungono Vercelli e la Sindone viene esposta al pubblico per il lieto evento.

L’anno dopo, nel giugno 1561, dopo un’altra ostensione, la Sindone lascia Vercelli per essere riportata a Chambéry. Non si conoscono le tappe del viaggio, testimonianze rimangono solo dell’ultima, Montmelian, dove il 15 e il 17 agosto si organizzano due ostensioni, la prima dalle mura della città e la seconda sulla piazza del castello, per festeggiare il ritorno della Sindone a ‘casa’, dopo quasi trent’anni.

Appena 5 anni dopo, il 17 luglio 1566, il Telo lascerà nuovamente Chambéry, questa volta per la cattedrale di Notre Dame de la Liesse di Annecy. Una nuova ostensione straordinaria è voluta da Emanuele Filiberto per le nozze tra Giacomo di Savoia, duca del Genovese e di Nemours, e Anna d’Este.



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