E il Logos si fece carne by Costant Chévillon

E il Logos si fece carne by Costant Chévillon

autore:Costant Chévillon [Chévillon, Costant]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rocco Fontana


VI

VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI

(καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν)

(Giovanni I. 14)

Gesù nacque dalla Vergine Maria, la notte di Natale, a Betlemme in Giudea[1]. È necessario evocare qui il mistero della sua vita nascosta e l’influenza spirituale e mistica della sua vita pubblica? Altri lo hanno fatto con l’ausilio dei Vangeli e delle tradizioni orali, tramandate dagli apostoli e dai discepoli immediati. A cosa serve soffermarsi su questioni storiche perennemente controverse? La sua nascita miracolosa, le sue peregrinazioni terrene, la sua tragica morte, sono state appassionatamente negate, in nome dell’esegesi[2] o affermate con slanci grandiosi, in nome della fede, della speranza e della carità. La nostra ragione, del resto, pesa molto sulla bilancia della fede.

A chi nega, essa può dire: se i Vangeli e gli Atti degli Apostoli sono dei puri inganni, se Cristo non è mai esistito, spiegateci come dei poveri ebrei, dei Galilei maledetti nel regno di Giuda, siano riusciti a conquistare ad una nuova religione, basata sulle bugie, prima una parte di Israele e poi del mondo mediterraneo?

Erano delle persone modeste, pescatori, artigiani, per lo più ignoranti. Nessuno, tranne Paolo, era un filosofo o un teologo e nessuno apparteneva all’élite della società di allora; eppure essi gettarono le basi per un’opera gigantesca. Una chiesa che, dopo venti secoli di persecuzioni, guai e battute d’arresto, costantemente aggredita dai ritorni offensivi della malvagità umana, minata dal rigore dei suoi principi, raggruppa sotto la sua egida e ha raccolto in comunione nello stesso ideale più di cinquecento milioni di uomini, senza contare tutti coloro che gravitano da lontano nella sua orbita, sotto la copertura della sua morale, più universale e superiore di quelle uscite dal genio dei grandi filosofi. Come hanno potuto degli scienziati, degli studiosi, degli aristocratici, dai patrizi di Roma, dai raffinati cittadini di Corinto o di Atene o degli abitanti della millenaria Ionia, inchinarsi alla ruvida parola di Pietro, il pescatore dal mare di Tiberiade, o a quella, più complicata di Paolo, il fabbricante di reti?

Apriamo dunque i Vangeli e le espressioni della fede non ingannano, leggiamo. Questo deve essere sufficiente per noi, anche senza le visioni dirette registrate sotto i cieli della Giudea e della Samaria che sono lì, tuttavia, nella loro semplicità senza orpelli, per sostenere la visione interiore della nostra mente. Sì, Gesù è nato, ha vissuto in mezzo a noi. Guardiamo le parole che ci ha lasciato come retaggio di gloria e di salvezza. Guardiamo alla sua vita, con tutta la forza del nostro pensiero, per conoscerlo meglio e amarlo.

Quando si tratta di lui, non soffermiamoci sulle contraddittorie negazioni dei costruttori di sistemi sofisticati. Non fermiamoci alle teorie di chi, senza negare la sua esistenza terrena, vuole spiegare tutto in Gesù: la sua vita, la sua dottrina e la sua missione, attraverso la persona umana e fanno di lui, credendo di magnificarlo, un genio straordinario. Colui che chiamiamo Nostro Signore, in ginocchio e innalzando i nostri cuori, visse, uomo tra gli uomini e Logos nel seno di Dio, dalla sua nascita fino alla sua morte.



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