E poi i bambini by Massimo Ammaniti

E poi i bambini by Massimo Ammaniti

autore:Massimo Ammaniti [Ammaniti, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2020-06-24T22:00:00+00:00


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E gli adolescenti?

Il pianeta adolescenza

Se in questo periodo, come abbiamo visto nell’indagine italo-spagnola, l’85 per cento dei genitori intervistati ha notato nei propri bambini cambiamenti del comportamento e segni di malessere espressi in ambiti differenti, è stato più difficile mettere in luce e comprendere le reazioni degli adolescenti alla reclusione domestica.

Intanto, va detto che ci riferiamo spesso all’adolescenza in modo piuttosto impreciso, come se il periodo fra i 13 e i 21 anni venisse percorso allo stesso modo da ragazzi e ragazze, mentre il mondo di un tredicenne è notevolmente diverso da quello di un sedicenne e ancora di più da quello di un ventunenne. Poi intervengono altre variabili significative che influenzano il decorso dell’adolescenza: il sesso (se si è maschi o femmine), l’ambiente e la famiglia da cui si proviene, il tipo di scuola che si frequenta, pubblica o privata, liceo o istituto tecnico.

Fatta questa premessa, ci si aspettava, ed era anche mia convinzione, che i ragazzi avrebbero reagito alla reclusione opponendosi o ribellandosi alle richieste dei genitori, infrangendo le regole di comportamento imposte dai decreti del governo, uscendo per strada e continuando, per quanto possibile, la loro vita di prima con gli amici.

In questi mesi ho avuto la possibilità di parlare con numerosi giovani (e con i loro familiari) e, nonostante risposte abbastanza diverse fra loro, ho notato un’accettazione diffusa delle regole imposte. Questo non significa che gli adolescenti abbiano seguito come gli adulti le restrizioni comprendendone il motivo, piuttosto che le subiscono con rassegnazione perché non riescono a intravvedere altre soluzioni.

E poi si è verificata fra i ragazzi una strana reazione che definirei «effetto gregge psicologico»: siccome tutti subiscono questa situazione, e quindi anche gli amici e gli altri coetanei non escono o escono eccezionalmente dalla propria abitazione, viene meno la motivazione a farlo, anche perché non si incontrerebbe nessuno.

In casa gli adolescenti passano gran parte del tempo chiusi nella loro stanza, da cui escono solo per pranzo e cena. Ma a volte, addirittura, si riempiono il piatto e poi ritornano subito lì.

I genitori non sanno come comportarsi, vorrebbero stare di più insieme, ma si rendono conto che ogni tentativo di coinvolgere i figli fallisce perché loro tendono a isolarsi ancora di più di quanto avveniva prima. Ed è inutile insistere: l’adolescente si sottrae a ogni invito a condividere momenti della giornata con gli altri familiari, manifestando il suo disinteresse a conversare o a guardare la televisione con la madre e il padre, o a intrattenere i fratelli più piccoli. Ci si scontra con continui rifiuti ostinati, in cui lui accampa mille scuse: devo studiare, ho un appuntamento on-line con i miei amici che abbiamo concordato già da due giorni, o – più banalmente – ho altro da fare.

Questo ritiro degli adolescenti non è quello imposto dalle restrizioni e pertanto subito, ma un modo di riprendere in mano la propria vita, allontanandosi dai familiari e dai riti quotidiani nei quali madre, padre e fratelli si ritrovano. Viene in mente la frase che il protagonista del racconto Bartleby lo scrivano di Herman Melville ripete in continuazione: «Preferirei di no».



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