Etere Divino by Giuseppe Genna & Andrea Gentile

Etere Divino by Giuseppe Genna & Andrea Gentile

autore:Giuseppe Genna & Andrea Gentile [Genna, Giuseppe & Gentile, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788865764695
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2015-10-06T22:00:00+00:00


Va morendo muore

Etere Divino che va morendo muore. Dovremmo considerare tutto quello che è passato. Gli specchi barocchi nelle case dei nonni. Le loro mentine piramidali, conservate dentro i sacchetti e negli armadi. Le mentine per la notte, quelle gommose. I tempi della moquette, nelle camerette gialle anni addietro. Etere Divino che va morendo muore dimentico. Quando veniamo alla vita abbiamo ghigni che sfigurano. Mangiamo le pappette che sanno di manzo. La nonna alla notte passava la sua mano antica sulla tua schiena. Carezzava, a ritmo di Chopin. Raccontava tutte quelle storie antiche, il fratello, quello ucciso dai tedeschi mentre riparava un crocifisso nella chiesa del paese. Etere Divino sarà cremato, o predilige forme più moderne? È troppo tardi, lasciamo stare. Sulle autostrade andiamo come naviganti privi di vessilli. Sono giorni che vado dicendo che bisogna rompere questo sepolcro. Etere Divino. Lascia stare i vecchi pennarelli magici e i tuoi album da edicola, che la mamma ti comprava dopo le analisi del sangue. Non c’è più tempo. Ci sono le crepe nella pavimentazione della tangenziale. Arrivano nelle campagne e nei ricordi frotte di bambini dal caschetto marrò, arrivano da tutte le parti, e tutti urlano sotto il rombo del motore e quasi in coro: «Mammina». Ciao, Etere Divino, te ne sei andato. Dove? Esiste un luogo che non sia questo, tutti seduti su questa panchina arrugginita del centro storico? Scorre la fontana. È come vivere in Europa e dormire in Africa. Le donne dai capelli raggrinziti giocano al tombolo forme misteriose. Etere Divino: tu che cazzo fai? Hai compreso che morire ti fa sentire una briciola? I tetti sopra le nostre teste disegnano volti malinconici. Le signore che dormono male, quando ancora è giorno, respirano pesanti, con le ceneri delle loro figlie povere estinte sul comò. Ci si dilettava, Etere Divino, da bambini, al gioco dei tappi. Ogni tappo era un ciclista. Indurain cadeva sempre dal muretto, te lo ricordi. Indurain moriva sempre. Hai mai visto dei container, Etere Divino? Lì dentro, di solito, ci vivono gli zingari o i briganti. Etere Divino è recidivo, con la morte, crede che non si muoia mai perché crede che non si viva mai. Quando tutto fu compiuto, ancora si illudeva di incontrare qualche ambasciatore. Vai a sapere come si sta con la camiciola bianca, quella giusta per l’occasione. Chissà se stringe al pancino. Un sabato mattina di luglio falciavi il prato della nonna e potavi la siepe di sempreverde. Te ne sarai dimenticato. La mente è sì un grande contenitore che c’entra. L’ultimo Messaggero comprato da tuo nonno prima di morire. Tu eri già morto. Le sottolineature che i vivi fanno sui libri vivono anche quando i vivi non sono più vivi? Bisognerà pure considerare l’anzianità dei mondi. Tu che sai studi male, dall’inizio alla fine. Un dente d’oro a grandezza naturale nell’aia. La frittata fatta al forno, con i peperoni. Bussano alla porta. È l’uomo nero. È meridionale. Addio. Il cemento armato è nei quartieri di periferia. Le periferie è dove nascono gli artisti grandi.



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