Finalmente ho capito la filosofia di Kant by Raffaele Cardone

Finalmente ho capito la filosofia di Kant by Raffaele Cardone

autore:Raffaele Cardone [Cardone, Raffaele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Vallardi
pubblicato: 2021-09-06T13:51:42+00:00


AUFKLÄRUNG, L’ILLUMINISMO ALLA TEDESCA

Possiamo evitare di dirci kantiani? Sì, non c’è alcun bisogno di formalizzare un’adesione ideologica a Kant, di essere kantiani come si può essere progressisti, razionalisti, fedeli di questa o quella religione, sostenitori di una pratica spirituale o tifosi sportivi: la complessità del mondo contemporaneo ci chiama semmai a un realismo non ideologico (ma con nuove idee), a una tensione verso la conoscenza sia del mondo degli uomini sia della natura, coerente con i nostri limiti individuali, sociali, psicologici, culturali e con un tentativo, almeno, di autocoscienza. Eppure il pensiero di Kant, nel suo tempo e nei rapporti con i valori dell’Illuminismo, è portatore di una dinamica storica e psicologica che ritroviamo sia nel modo in cui abbiamo fronteggiato e vissuto la pandemia globale sia nella questione ambientale, nel valore e nei limiti che dovremmo assegnare alla scienza e alla tecnologia, e nell’opposizione individuale e consapevole al dilagare delle credenze. La ragione kantiana ci invita una volta di più, e con un’urgenza senza pari, a pensare con la nostra testa, per essere attivamente artefici della nostra fortuna.

Proviamo ad avvicinarci ai contenuti essenziali delle Critiche per capire cosa possono rappresentare oggi, attraverso un pamphlet rimasto famoso. Siamo nel 1784, l’anno in cui muore Diderot. Voltaire e Rousseau sono morti pochi anni prima, nel 1778, Hume nel 1776 e la «Berlinische Monatsschrift» (rivista mensile di un circolo illuminista berlinese) pone la questione: «Che cos’è l’Illuminismo?» Chi poteva rispondere se non la colonna – peraltro con una fama circoscritta alla Germania – di quella corrente di pensiero? Il filosofo aveva pubblicato tre anni prima una versione della Critica della ragion pura della quale, come abbiamo detto, nessuno ci aveva capito niente, e solo l’anno prima i Prolegomeni a ogni futura metafisica che si presenterà come scienza, nel tentativo di fornire un guida alla lettura dell’opera precedente, cosa che peggiorò ulteriormente la situazione.

Ma sull’Illuminismo scrisse in modo molto chiaro. Diciamo che offrì all’élite intellettuale berlinese la propria idea di Illuminismo e, al tempo stesso, una sintesi dei fondamenti del proprio sistema filosofico e delle convinzioni che lo avevano indotto a concepirlo, visto che era solo alla prima tappa, per quanto fondamentale, del progetto delle tre Critiche, e che il tempo stringeva. Non quello metafisico ma l’orologio biologico: aveva giusto sessant’anni e i suoi coetanei stavano morendo tutti di vecchiaia.

Il breve saggio fu titolato prosaicamente Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo? L’incipit è rimasto nella storia: «L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro».

Al famoso «Sapere aude!» (Osa essere saggio!), l’esortazione di Orazio che accompagnava non solo la definizione di Illuminismo ma tutto il suo sistema di massime, seguiva «Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza». Questo per Kant è il motto dell’Illuminismo, dal quale parte per introdurre varie considerazioni che oggi definiremmo motivazionali: non farsi condizionare dai dogmi della religione, dalle credenze, dalle richieste della società, dalle passioni e dai



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