Freme la vita by Francesco Randazzo

Freme la vita by Francesco Randazzo

autore:Francesco Randazzo [Randazzo, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Graphofeel
pubblicato: 2024-07-11T22:00:00+00:00


L’amputazione. Incubi

La ferita non guarisce. Ormai l’infezione è inarrestabile. Dopo ben tre consulti i medici decidono finalmente di amputare, non c’è altra soluzione possibile. Al punto in cui è, Goffredo morirebbe comunque. Forse sarebbe stato meglio decidersi prima. Forse sarebbe stato meglio pulire subito la ferita e scoprire per tempo lo stoppino che l’ha infettata, agendo indisturbato per troppi giorni. Forse, se non si fosse lanciato in quel-l’inutile assalto nel tardo pomeriggio di una giornata di sconfitta, sarebbe ancora a fianco di Garibaldi e vivo. Forse, se non fosse che tutto ormai è così come è, il destino ha già deciso, mentre gli uomini si affannano a non crederci.

Il tempo è fondamentale in un’amputazione. Tagli rapidi, decisi, a ghigliottina o a rimbocco, colpi netti, a volte frenetici – un medico dell’epoca, famoso per velocità, troncò anche due dita del suo assistente e i testicoli dal povero paziente – spesso inutili, perché nonostante la rapidità dell’intervento infezioni, setticemie e cancrene erano conseguenze estreme che portavano il paziente a morire comunque.

Stanno tutti là, attorno al povero Goffredo, stranamente calmi. Una fitta di dolore parte dalla gamba e lo trafigge fino ai capelli, il corpo si inarca dalla bocca esce un grido rauco che termina in un rantolo affannoso.

È il momento.

Una mano gli preme una spugna imbevuta di cloroformio su naso e bocca. Goffredo sbarra gli occhi come se vedesse qualcosa di spaventoso e dopo qualche respiro, finalmente, si addormenta. E sogna.

Strane creature di metallo volano sopra il cielo di Roma, sputando bombe di potenza inaudita.

Squadroni di camicie nere sfilano a Genova, Milano, Roma, Bologna, Venezia, Palermo. Goffredo le osserva con sgomento e terrore. Sono esseri infernali, marionette stupide del diavolo, sono il tradimento e la sopraffazione, sono l’occupazione del male, la vittoria del dispostismo. Oddio, no, tutta l’Italia, no, no, no!

Un ufficiale in divisa grigia ordina in tedesco di rastrellare il ghetto di Roma. Camionette cariche di soldati armati partono. Grida di donne, uomini, vecchi e bambini che vengono tirati fuori a forza dalle loro case e vengono fatti salire su camion che li portano alla stazione dei treni. Lunghe file di gente che viene spinta a salire su vagoni piombati. Il treno parte e sembra un lungo serpente nero inghiottito nella notte.

Una mano tiene, un’altra incide la carne. La cancrena è troppo avanzata, i tessuti si spappolano già al primo contatto. Bisogna risalire. Altro taglio, più in alto, sulla carne più sana. Due mani afferrano i lembi dei muscoli e li rivoltano in su, scoprendo l’osso. Altre due mani afferrano il polpaccio e lo tengono fermo. Un’altra mano ancora impugna una sega chirurgica e, con movimenti rapidi e decisi, raschia fino a tranciare l’osso. Piede e polpaccio vengono avvolti in uno straccio e gettati in un secchio che un’inserviente porta via per bruciarli. Una lima smussa l’estremità sfilacciata dell’osso tronco. I lembi di carne della gamba rivoltati a coprire l’osso monco vengono cauterizzati, fatti discendere e ricuciti alla svelta.

C’è sangue dappertutto e un odore di marcio insopportabile.

Goffredo viene caricato su una barella e riportato in corsia.



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