Gli straordinari by Edoardo Vitale

Gli straordinari by Edoardo Vitale

autore:Edoardo Vitale [Vitale, Edoardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-23T12:00:00+00:00


10

Mi svegliai in uno stato di leggero panico e oppressione. Il caldo ancora non cedeva il passo al tepore autunnale. Ogni singolo muscolo del mio corpo doleva per via dell’arrampicata, ma era un dolore piacevole. Durante la notte c’erano stati nuovi incendi verso la periferia ovest, alcune persone erano state evacuate, poi la situazione era tornata rapidamente sotto controllo. Era un sabato mattina grigio e apatico.

Ruppi tre noci e rovistai tra le macerie per estrarre le parti commestibili. Sciolsi una pastiglia di magnesio in un bicchiere d’acqua, poi feci una doccia fredda. Stavo preparando la moka per il caffè mentre battevo la lingua trenta volte sul palato, quando arrivò la notifica di WeBreatheAgain.

Esercizio: Respirazione a narici alternate, durata 5 minuti.

Dovevo sedermi a gambe incrociate, mantenere la schiena dritta e seguire diligentemente le istruzioni.

Rilassa le spalle e il collo... Purifica il canale energetico della colonna vertebrale... Potresti sentire un calore che si diffonde nel tuo corpo... Asseconda la sensazione di sollievo e concentrati su un punto tra le sopracciglia... Mi piace pensare che ci sia uno spazio tra le costole, come delle branchie dalle quali respiriamo... Le senti?

Quando mi alzai in piedi i colori erano più vividi. Vedevo delle macchie scintillare in punti variabili del mio campo visivo, piccoli buchi neri dal contorno viola e verde che poi scomparivano, inghiottiti dalla mente come per assorbimento.

Elsa dormiva ancora. Digrignava i denti ferocemente, ma rimaneva composta nella sua posizione supina, avvolta dalle nostre lenzuola preferite. Nell’espressione del suo viso osservavo una componente diluita di disperazione, come se il riposo fosse un lusso che non poteva permettersi. Muoveva le labbra per pronunciare parole incomprensibili che si perdevano nei sospiri. Un piede le penzolava fuori dal letto. Elsa aveva dei bellissimi piedi. Quando ci siamo conosciuti non erano così, erano più infantili e meno affascinanti. Poi, a un certo punto, ma proprio da un giorno all’altro, sono diventati oblunghi e con una carica maggiore di sofferenza insita nelle vene e nelle ossa. Invece io, per la stessa misteriosa legge, a un certo punto, ma proprio da un giorno all’altro, avevo cominciato a starnutire come mio padre.

Il sabato mattina annaffiavo le piante, sebbene continuassero a morire ostinatamente. Stavano fiorendo le ultime genziane, che non avrebbero resistito ancora a lungo, dovevo cercare di godermi il più possibile la loro esistenza fugace. Rinvasai l’asparagina e separai dalla pianta madre i polloni di pilea peperomioides seguendo le istruzioni di un tutorial su YouTube. Quando mi riempivo le mani di terra sentivo una forza vitale, granulosa e fresca. Sentivo odori passati, nascosti tra stratificazioni di memorie lontane, slittamenti della coscienza, una protuberanza solare. Era l’odore che aveva il pomeriggio all’uscita della scuola elementare, dopo la mensa e l’educazione fisica, con l’inverno in arrivo. L’avevo sentito davvero, o l’avevo solo ricordato? Non riuscivo mai a trattenerlo abbastanza a lungo per capirlo.

Potai il ficus benjamina e spruzzai sulle foglie acqua e vitamine. Il fascio di luce che entrava dalla finestra si era riempito di particelle vaporizzate e filetti di polvere che fluttuavano impazziti per aria.



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