Gli ultimi giorni di Giangiacomo Feltrinelli by Aldo Grandi

Gli ultimi giorni di Giangiacomo Feltrinelli by Aldo Grandi

autore:Aldo Grandi [Grandi, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2022-02-04T15:19:09+00:00


Svizzera e Liechtenstein, la via delle armi

Tra il 1970 e il 1972, grazie ai soldi di Giangiacomo Feltrinelli, alla frontiera italiana transitò di tutto, dalle pistole ai fucili mitragliatori, dalle carabine Winchester agli esplosivi, fino alle radio ricetrasmittenti. L’editore aveva scoperto – o forse lo aveva sempre saputo, visti i suoi trascorsi all’estero, in particolare in Austria e Svizzera – che acquistare armi adducendo documenti di identità fasulli era poco più che una formalità. Fu così che all’epoca (ma anche dopo la sua morte) i viaggi per rifornirsi di tutto ciò che avrebbe potuto servire alla lotta armata, munizioni comprese, aumentarono a dismisura, e tra i protagonisti di questo viavai lungo il confine c’erano sia Valerio Morucci sia Francesco Bellosi. Ma l’apripista era stato Feltrinelli.

Che servissero documenti veri, su cui apporre dati e fotografie non dell’intestatario, non era un mistero e fu una necessità inderogabile. Così, grazie a talpe presenti in vari uffici pubblici, si riuscì a entrare in possesso di centinaia di carte di identità e anche di qualche passaporto rubato su auto in sosta nelle più disparate città d’Italia, da Firenze a Roma, a Monza. Nel covo di via Subiaco a Milano, gli inquirenti trovarono, oltre a Viel e Saba, patenti di guida, carte di circolazione, un tesserino universitario, patenti militari, certificati di residenza, carte di identità tra cui quella, visibilmente falsificata, intestata a Vincenzo Maggioni. Faceva parte di uno stock di ottantotto carte di identità rubate a marzo del 1971 nel comune di Gonzaga, in provincia di Mantova. C’era anche un certificato di vaccinazione internazionale intestato a Enzo Fontana.

Vennero rinvenuti inoltre due passaporti: uno a nome di Silvio Bertazzolo, residente a Lambrate, recante l’immagine di Augusto Viel; il secondo rilasciato dalla Questura di Firenze a Giancarlo Scotti, nato a Firenze il 20 settembre 1926, sul quale era stata applicata la fotografia di Feltrinelli. Il documento era stato rubato il 25 aprile 1971, insieme al passaporto della moglie di Scotti, Lucia Conti, e ai due lasciapassare dei figli minori, da una borsa lasciata in un’auto in sosta presso l’autodromo di Monza. Tra le patenti ce n’era una rilasciata dalla Prefettura di Napoli ad Antonio Pisani Massamormile, nato nel 1924, con sopra una foto dell’editore. Il documento era stato sottratto dalla Mercedes del legittimo proprietario (residente a Capri), parcheggiata a Roma. Non mancavano nemmeno i documenti stranieri: due carte di identità belghe intestate rispettivamente a Jacques Fischer e Jacques Matras, entrambi nati a Liegi il 19 maggio 1926. Vi erano state applicate due fotografie, identiche, di Feltrinelli.

I numeri di matricola delle quattro pistole rinvenute nell’appartamento erano stati abrasi, ma grazie a un ingegnere del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali di Gardone Val Trompia fu possibile rilevare le cifre e ricostruire la storia delle armi, che inevitabilmente conduceva all’editore. Innanzitutto una pistola semiautomatica Browning calibro 9 parabellum, contrassegnata dal numero T323088 e dotata di dispositivo di rialzo fino a cinquecento metri, ovvero quella impugnata da Saba al momento dell’irruzione della polizia.



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