In Viaggio Con Mio Padre by Bice Biagi

In Viaggio Con Mio Padre by Bice Biagi

autore:Bice Biagi [Biagi, Bice]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo ottavo

Era, il 25 aprile 2008, una delle poche giornate della primavera che invitavano la gente a lasciare i soprabiti nell’armadio e a uscire. In più l’anniversario della Liberazione cadeva di venerdì, dunque un lungo weekend. Per noi era la prima volta senza papà e forse più degli anni precedenti sentivamo che quella festa di popolo e di memoria richiedeva una partecipazione e una testimonianza da parte nostra diverse. La preoccupazione di nostro padre, infatti, era che quel pezzo di storia così importante per il nostro Paese, la Resistenza, sfumasse, che i giovani ne sapessero poco, e non gli piaceva quel certo revisionismo che metteva in discussione quella che era stata anche la sua scelta. «Per carità,» diceva «di errori noi partigiani ne avremo anche fatti, ma ai miei colleghi “revisionisti” vorrei chiedere dov’erano mentre noi andavamo in montagna. Se si fossero uniti a noi, avremmo ascoltato volentieri i loro consigli.»

Così fu accolto da tutti noi davvero con entusiasmo l’invito da parte del sindaco di Ozzano, un paese della Bassa bolognese, Loretta Masotti, a prendere parte alla Camminata della libertà e a consegnare la medaglia con il profilo di Enzo Biagi ai partecipanti a quella maratona. E se qualcuno ha cercato di «smorzare» il 25 aprile, addirittura ha scoraggiato dal cantare Bella ciao nella piazze, è una ragione in più per andarci, fu il commento delle nostre figlie. Poi davvero abbiamo cantato sotto le bandiere dell’anpi e il tricolore, abbiamo abbracciato donne e uomini con i capelli candidi, i volti rugosi cotti da un antico sole, i bambini che liberavano verso il cielo decine di palloncini colorati, e dopo ci siamo sentiti meglio, come quando sei consapevole di avere fatto la cosa giusta. Come succede dalle nostre parti, ogni festa, meglio ogni momento che si vive insieme, anche un funerale, finisce a tavola. E a Ozzano avevano preparato una lunga tavola imbandita in una casa colonica, fuori dal paese, accanto alla chiesa e alla canonica e se non ci fosse stato, lontano, il profilo dei piloni dell’autostrada, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, quando i discorsi erano pieni di speranza e c’era tanta voglia di fare. L’organizzazione del pranzo era stata affidata ai volontari di Ozzano e a fare gli onori, diciamo così, dei padroni di casa, Carlo Benassi, 70 anni che non gli si darebbero mai, nato a Monzuno, sulle colline verso Firenze, ma sceso a Ozzano nel 1954.

«Noi eravamo dei contadini e lassù, nei poderetti di montagna, non si riusciva a tirar fuori da mangiare, in più mia mamma era rimasta vedova con otto figli. Così sono sceso verso la pianura, dove c’era da lavorare in campagna e poi, a un certo punto, come orfano di guerra, mi hanno preso alle Poste e ho cominciato a fare il mestiere più bello del mondo: il postino. Ma sa che bello incontrare tanta gente, diventare amico di tutti, stare insieme? Io non so perché tanti si lamentavano e si lamentano ancora: per me è stata una gioia entrare nelle case, conoscere i problemi, partecipare alle gioie e ai dolori degli altri.



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