Gli uomini by Sandra Newman

Gli uomini by Sandra Newman

autore:Sandra Newman [Newman, Sandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2023-08-07T22:00:00+00:00


Per molto tempo occupò uno spazio enorme più nella mia testa che nella mia vita. Avevo dato per scontato che saremmo diventate subito amiche, ma Evangelyne veniva sempre assediata dalle persone, tutte infatuate come me. Seguii la sua ascesa verso la fama in rete. Pensavo a lei in macchina. Alla fine mi ero iscritta alla specialistica in Asian Studies, dopo aver mollato Introduzione ai Black Studies, e non frequentavamo corsi insieme. A volte la vedevo da lontano e avvertivo una scossa, come se fosse successo qualcosa di significativo e pericoloso. Una volta o due mi unii a un gruppo attorno a lei, ma presto mi sentii a disagio e me ne andai senza parlare. La sua personalità mi tormentava come un profumo; Evangelyne, la persona, pareva smarrita adesso.

Poi un giorno la vidi nel parcheggio con il suo immancabile entourage. Questa volta mi fece un cenno di saluto. Stavano parlando del suo libro appena uscito. Si voltò verso di me e promise di darmene una copia, ma la conversazione prese un’altra piega e iniziai a sentirmi in soggezione. Ovviamente non voleva davvero darmene una copia. Dovevo averla fatta sentire in dovere. E mentre pensavo a come defilarmi, una ragazza accese una canna con disinvoltura e la offrì a Evangelyne. Evangelyne esitò, poi l’accettò con una specie di imbarazzo, maneggiandola come se fosse un insetto pericoloso. Fece un tiro circospetto. Io ero già in preda al panico, come se il cielo fosse stato scoperchiato da qualcuno. Ero uscita dalla libertà vigilata da un anno, ma il terrore di violare qualunque regola era rimasto. A ventitré anni, non avevo ancora mai bevuto in pubblico. Non fumavo erba da sette anni. Eppure, quando Evangelyne mi passò la canna, la presi. Mentre me la portavo alla bocca una macchina si infilò nel parcheggio ed Evangelyne e io trasalimmo, schivammo colpi immaginari e facemmo passi convulsi verso un bidone della spazzatura vicino, come per ripararci. Lasciai che la canna mi cadesse di mano mentre la ragazza che l’aveva passata sbottava: «Ma che cazzo». Si chinò subito per prenderla. Ovviamente la macchina era innocua. Solo uno studente.

Mi voltai, costringendomi a rialzarmi, e vidi la faccia di Evangelyne, così incazzata e ricettiva. Mi fece scattare qualcosa. Iniziai a piangere.

La ragazza che l’aveva fatta girare vide le mie lacrime e disse: «Oh merda. Che succede?»

Io risposi con una voce da stronza agitata: «È solo che non posso fare niente di illegale, neanche una cazzata».

«Non è illegale qua, siamo in California» disse un’altra ragazza.

«Non funziona così» spiegai. «Non per... alcune persone sono vulnerabili».

«No, aspetta, in che senso sei vulnerabile?» disse la ragazza della canna. «Tu sei vulnerabile? E per cosa?»

Guardò Evangelyne per avere un rinforzo, ma lei disse: «Jane, andiamo a prendere la tua copia».

Mentre ci allontanavamo dalle altre, mi contorcevo dalla vergogna, piangevo ancora. Avevo detto una cosa da matta, e l’avevo pure detta così, tutta nervosa e stridula. E il motivo per cui ero spaventata era che ero una molestatrice sessuale, cosa che non potevo dire in pubblico, anche se magari lo sapevano già.



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