Gli uomini e la storia by Claudio Pavone

Gli uomini e la storia by Claudio Pavone

autore:Claudio Pavone
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2020-09-19T16:00:00+00:00


Io dico, potessimo avere per un anno 59 cittadini i più idonei d’Italia in fatto di governo e di pubblica amministrazione, per mettere alla testa di ogni provincia, che sono appunto 59, sarebbe sicuro allora il riordinamento d’Italia. Che sono 59 migliori cittadini e il loro sacrifizio per un anno?278

I governi che ressero l’Italia dal luglio ’43 all’aprile ’45 si trovavano certo di fronte a un istituto prefettizio logorato ormai nel prestigio e poco atto a recepire l’investitura pedagogica vagheggiata da Ricasoli; ma quei governi, mentre si dedicarono a rafforzarne la posizione di potere,279 si inserirono pienamente nella linea che aveva da tempo mostrato di preferire burocrati docili a uomini di tempra consolare. L’impegno di Bonomi a sbarazzarsi del maggior numero possibile di prefetti extra-carriera va dunque valutato non tanto in rapporto alla personalità politica di quelli, quanto ad una affermazione di principio (sostenuta dagli ovvi interessi della «carriera»), che si ritenne particolarmente necessario ribadire alla vigilia della liberazione del Nord. Molte sono le testimonianze sulle preoccupazioni preminenti che Bonomi nutriva proprio circa la sorte delle prefetture settentrionali, preoccupazioni che costituirono uno dei moventi della già ricordata missione al Nord, alla fine di marzo, del sottosegretario Medici-Tornaquinci.280 I risultati degli accordi in quell’occasione raggiunti non dovettero peraltro tranquillizzare il presidente del Consiglio se, il 24 aprile 1945, egli si indusse a scrivere all’ammiraglio americano Stone, capo della Commissione alleata di controllo, una lettera in cui prendeva netta posizione contro le nomine dei prefetti dell’Alta Italia da parte dei CLN.281 Ancora una volta, in questa occasione, gli alleati si mostrarono più democratici – o almeno, più saggi – del governo italiano. Infatti essi, come scrive lo Harris, fecero presente che «it would be quite useless to appoint any nominee who was not acceptable to the local CLN». I comitati andavano, è vero, considerati organi meramente consultivi; ma si poté poi constatare a posteriori che l’accettazione da parte loro di questo ruolo «was rendered much easier», oltre che dalla formazione del governo Parri, «by the fact that in nearly every case AMG was willing to confirm the administrative appointments made before its arrival».282

Non rientra nei miei compiti dare un quadro politico dei prefetti designati dai CLN a nord della Linea gotica e nominati dall’AMG, perché il discorso dovrebbe spostarsi sui rapporti di forza e sugli equilibri tra i partiti (né avrebbe molto senso una ripartizione in base al solo titolo professionale).283 Mi limiterò perciò a condurre un rapido discorso quantitativo, ponendo a confronto l’opera dell’AMG, quella del governo Parri (19 giugno 26 novembre 1945) e quella del primo governo De Gasperi, fino cioè al 2 giugno 1946.

L’AMG nominò nelle trentasei province a nord della linea gotica i prefetti politici designati dai CLN (ma in sei provvide in un secondo momento a sostituirli con prefetti di carriera).284 Gli alleati restituirono al governo Parri quattordici province, fra le quali cinque a nord della Linea gotica (Massa, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Piacenza) e sette rette da prefetti di carriera. Parri ebbe dunque giurisdizione su cinquantanove province, delle quali sedici con prefetti extra-carriera.



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