Gotica. 'Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea by Giovanni Tizian

Gotica. 'Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea by Giovanni Tizian

autore:Giovanni Tizian [Tizian, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Round Robin Editrice
pubblicato: 2011-06-14T22:00:00+00:00


In fondo, i metodi delle cosche assicurano tempi certi. La giustizia, al contrario,

con i suoi tempi farraginosi e i lunghi accertamenti, assicura l’attesa. E incertezza.

Così pensava Alessandro, un avvocato civilista. Modenese, conosciuto e stimato.

“Bit”, lo chiamano gli amici e pure Alfonso Perrone, “O pazzo”. Il boss legato a

doppio filo con Michele Zagaria, il latitante, reggente del clan dei Casalesi.

Tutto è cominciato quando “Bit” ha messo gli occhi su quell’automobile di un

venditore veronese. Non resiste al fascino di quell’automobile e la vuole. L’avvocato

entra in contatto con un venditore di Verona. A mediare, tra “Bit” e il Veronese, sono

due modenesi. L’affare tra le parti è si chiude senza intoppi. Così “Bit” può godersi la

sua nuova auto. La pagherà in più tranche, per mezzo di assegni. Ma qualcosa va

storto. Il Veneto ha ritirato il denaro in un’unica soluzione, creando problemi

economici all’avvocato con la passione per le auto e il calcio. Talmente affezionato

all’Impresa del calcio che, nel 2009, guida una cordata d’imprenditori modenesi che

volevano acquistare la Reggiana calcio. L’anno scorso invece ha fatto parte di

un’altra cordata romana intenzionata ad acquisire il Modena calcio.

La mossa inaspettata del venditore altera “Bit”. Si è fidato. Forse ha fatto male.

Tenta la strada legale. Il civilista modenese sporge denuncia per truffa. Ma la

giustizia ha i suoi tempi. E Bitonti vuole subito i soldi, così si rivolge a due

conoscenti, incaricandoli di mediare con il venditore. Il tentativo fallisce. Anzi

peggiora la situazione, facendola scivolare nelle sabbie dell’illegalità. “Bit” subisce il

disonore. Il venditore lo saluta con due schiaffoni. È il suo modo per comunicare

all’avvocato che dovrà aspettare i tempi della giustizia. “Bit” non ci sta. E si rivolge

ad Alfonso Perrone, “O Pazzo”. Che lo rassicura. Perrone fa notare all’avvocato che i

due intermediari hanno fatto il doppio gioco e che non sarebbe successo se si fosse

rivolto direttamente a lui. Perrone chiama direttamente i due mediatori

“doppiogiochisti”. Gli dà appuntamento nei pressi di un bar del centro di Modena.

Un bar che Perrone sente suo, un locale a disposizione del clan. All’appuntamento

Alfonso “O pazzo” si presenta assieme al cugino Pasquale Perrone, a Douglas

Marchesi, a Carmine Tammaro e all’avvocato Bitonti. I mediatori, accusati di avere

fatto il doppio gioco, subiscono una sonora lezione: picchiati, minacciati e derubati

della somma che il venditore doveva a “Bit”. Una scena di violenza che fa venire in

mente terre di mafia e che invece avviene nel cuore pulsante di Modena, residenza e

crocevia di interessi mafiosi.

Qualche giorno dopo il pestaggio, i cugini Perrone finiscono nella rete degli

investigatori. “Bit” è terrorizzato. Lui l’ha scampata. Ma la sua professione gli ha

insegnato tante cose, sente che non ha scampo. Passano i giorni, i mesi. Trascorre

quasi un anno dall’arresto del boss Perrone. “Bit” ha rimosso la tentata truffa,

l’affronto del venditore, i metodi mafiosi utilizzati da Perrone che è accorso in suo

aiuto. Se non rimossi, quantomeno ha tentato di affossarli nella sua coscienza. Nel

frattempo ha sentito in giro, che gli ordini professionali di Modena hanno approvato

una Carta etica. Che prevede addirittura la radiazione in caso di condanna definitiva

per reati di mafia e la sospensione nel caso di procedimenti a carico del

professionista.



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