La gogna by Alessandro Barbano

La gogna by Alessandro Barbano

autore:Alessandro Barbano [Barbano, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-11-28T16:30:08+00:00


Dove si fa strada l’idea di farsi giustizia da sé

«Trecentodiciannove… Trecentodiciannove c’è scritto.» Tra due magistrati basta il numero per intendersi. O per violare il segreto istruttorio. Come fa Luigi Spina, rivelando all’amico Luca Palamara il capo d’imputazione dell’indagine che lo riguarda. Trecentodiciannove vuol dire corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.11 Il pubblico ufficiale che lo compia, ricevendo in cambio denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dieci anni. Così recita il Codice penale.

Che Luca Palamara sia un pubblico ufficiale non v’è dubbio. Che i suoi soggiorni gratis in albergo con la moglie o con l’amica segreta siano un’utilità, o piuttosto un regalo dell’amico e imprenditore Fabrizio Centofanti, dipende dalla contropartita, cioè dall’atto contrario ai doveri d’ufficio. Di cui non c’è traccia nell’informativa dei finanzieri del procuratore Pignatone, inviata un anno prima alla Procura di Perugia, e dalla Procura di Perugia trasmessa proprio in questi giorni al csm, insieme con la comunicazione che il magistrato Luca Palamara è iscritto nel registro degli indagati.

Non c’è traccia e non ve ne sarà. Perché gli unici atti contrari ai doveri d’ufficio sono quelli che Palamara compie in queste ore, fantasticando su dossier e procedimenti disciplinari con cui colpire quei colleghi da cui si sente perseguitato. «Trecentodiciannove è una porcata» dice Luigi Spina all’amico mentre è in auto sotto casa sua, nel piazzale di Largo Messico appena illuminato dai riflessi di una luna a tre quarti. La mezzanotte del 15 maggio è scoccata da mezz’ora, ma l’orecchio del Trojan è ancora acceso, perché i solerti finanzieri del procuratore Pignatone sanno che il loro indagato è ormai un uomo senza sonno. «Mi mandi l’informativa perché la devi pubblicare sui giornali? Mortacci tua! Perché deve girare? Luca, aspettati purtroppo che la pubblichino» dice Luigi Spina, preparando l’amico al terremoto mediatico che intravede. Palamara si sente mancare l’aria: «Scendiamo un attimo» dice, «possiamo scendere? Non mi va di stare in macchina».

Per la prima volta forse realizza che l’indagine che lo assedia attenta allo stesso modo alla sua carriera e alla sua vita. Per la prima volta la sua agognata poltrona di procuratore aggiunto e la sua unità familiare gli paiono due vasi di cristallo già incrinati, pronti a frantumarsi in mille cocci taglienti. Come quel medico che, colpito da una malattia letale, disconosca la scienza e faccia sua la speranza irrazionale del malato, così Palamara si sfila di dosso l’astuzia dell’inquirente e si rifugia nell’illusione, propria dell’indagato, che una parte della sua esistenza possa sopravvivere allo tsunami. «L’importante è che nell’informativa non c’è scritto…» chiede all’amico, cercando una pietosa rassicurazione. Ma Spina lo riporta alla realtà: «È merda» gli dice. E Palamara ancora si aggrappa all’incertezza: «Sì, ma voglio sapere…». Spina lo gela: «Sì, c’è il nome…». Non basta ancora, perché Palamara non vuol crederci: «C’è scritto… il viaggio con Maria Rossi?» chiede. La risposta dell’amico è uno schiaffo che scuote: «Sì, sì, sì, sì. C’è, Luca, c’è, c’è».

L’amante non ha nella grammatica investigativa la dignità di una persona. È un dettaglio succulento, con cui guarnire la presunta colpevolezza dell’indagato.



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