Gratteri Nicola - Nicaso Antonio - 2015 - Oro bianco by GratterI Nicola - Nicaso Antonio

Gratteri Nicola - Nicaso Antonio - 2015 - Oro bianco by GratterI Nicola - Nicaso Antonio

autore:GratterI Nicola - Nicaso Antonio [Gratteri Nicola - Nicaso Antonio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Political Science, Comparative Politics
ISBN: 9788852063541
Google: mhvGBwAAQBAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-04-06T22:00:00+00:00


«El Chapo»

«Sono più affidabili, sono come noi» ripeteva ai suoi, riferendosi agli uomini delle ’ndrine che da tempo vivono tra Europa e Americhe. Considerava la ’ndrangheta l’alleata ideale per esplorare il crescente mercato europeo, dove la cocaina tira molto più dell’oro e del petrolio.

A Joaquín Guzmán Loera, detto «El Chapo», il Tozzo, non era piaciuta neanche un po’ l’idea che il cartello del Golfo fosse entrato in contatto prima di lui con i narcos calabresi legati alle famiglie della Locride. È un uomo ricco, scaltro e violento, «El Chapo». Nel 2012, Forbes lo indica come uno degli uomini più influenti del mondo, con un fatturato annuo di almeno tre miliardi di dollari. Negli Stati Uniti, dopo l’uccisione di Osama Bin Laden, è lui il nemico pubblico numero uno, il narcotrafficante più ricercato. Figlio di un gomero, un coltivatore di papavero da oppio, il Tozzo si forma alla scuola dei migliori maestri: Amado Carrillo Fuentes, detto «il signore dei cieli», per la flotta di aeromobili con la quale trasporta cocaina, e Miguel Ángel Félix Gallardo, detto «El Padrino», il capo del cartello di Guadalajara, considerato uno dei più grandi narcos messicani di tutti i tempi. Cresce a pane e violenza nel villaggio di La Tuna, a Badiraguato, tra le montagne della Sierra Madre Occidental, nello Stato di Sinaloa. Abbandona la scuola in terza elementare e trascorre l’infanzia vendendo arance e rubando auto. Favorito e protetto dai boss del narcotraffico, ha il compito di individuare le piste più sicure per garantire l’atterraggio dei piccoli aerei provenienti dalla Colombia con carichi da salvaguardare. È ambizioso, ha fegato e non si tira certo indietro davanti alla violenza, per farsi strada. Nel novembre 1992, decide di sbarazzarsi di alcuni trafficanti che gli contendono la piazza di Tijuana, nella Bassa California, al confine con gli Stati Uniti. Li sorprende mentre ballano in una discoteca di Puerto Vallarta: ne uccide sei con spietata crudeltà. Alcuni mesi dopo, il 24 maggio 1993, nel tentativo di vendicarsi, i boss del cartello di Tijuana gli tendono un agguato nel parcheggio dell’aeroporto Miguel Hidalgo di Guadalajara. Finisce sotto il tiro incrociato di un paio di sicari, ma riesce a cavarsela. Nel corso della violentissima sparatoria muoiono in otto, tra cui il cardinale Juan Jesús Posadas Ocampo, scambiato per Joaquín Guzmán Loera, che si stava recando ad accogliere il nunzio apostolico in visita a Guadalajara. Il porporato, che viaggiava su un’auto identica a quella del «Chapo», una Mercury Grand Marquis bianca, viene colpito da almeno 14 colpi esplosi con un cuerno de chivo, il fucile d’assalto preferito dai narcos. Nonostante la versione concordante delle autorità messicane e americane sullo scambio di persona, la Chiesa continua a ritenere il cardinale Posadas Ocampo vittima di un attentato deliberatamente compiuto per punire la sua ostinazione nella condanna del narcotraffico.

L’omicidio scatena un vero putiferio. Joaquín Guzmán Loera viene braccato e finalmente catturato in Guatemala il 9 giugno 1993, mentre cerca di raggiungere El Salvador per acquistare una grossa partita di cocaina. Estradato in Messico, viene condannato a 20 anni di reclusione da scontare a Ponte Grande, il carcere di massima sicurezza di Jalisco.



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