I delitti della Sardegna by Gianmichele Lisai

I delitti della Sardegna by Gianmichele Lisai

autore:Gianmichele Lisai [Lisai, Gianmichele]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854183902
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2015-07-15T22:00:00+00:00


Immagine del bandito Giovanni Tolu riportata accanto al frontespizio della sua autobiografia, pubblicata dall’editore Giuseppe Dessì, vittima per errore dell’agguato occorso il 19 luglio 1901 tra Sassari e Sorso.

150 Cfr. Capitolo 23.

151 Giuseppe Dessì (Cagliari 1909-Roma 1977) l’autore di Paese d’ombre, romanzo vincitore del premio Strega nell’edizione del 1972.

152 Cfr. Capitolo 42.

52. La firma dell’assassino

Lo sterminio della famiglia Meloni a Mulafà

Mulafà oggi è una fermata ferroviaria nei pressi di Usini, in provincia di Sassari, ma più di un secolo fa, ai tempi in cui si svolsero i fatti qui raccontati, era una località campestre con poche case e abitata da un numero esiguo di persone, tra cui i tre componenti di casa Meloni. Leonardo, il capofamiglia, aveva in quel luogo un piccolo possedimento e alcuni capi di bestiame.

Non era un uomo ricco, ma con il suo lavoro aveva sempre assicurato alla moglie Giuseppa Tilocca e alla figlia Rita una vita più che dignitosa, fino alla tragica notte di sabato 31 ottobre 1903 quando, insieme alle due donne, fu giustiziato da un brutale assassino.

L’omicida si introdusse nel podere con il favore del buio e dell’isolamento della piccola abitazione, estrasse una pistola e sparò a Leonardo, che cadde ucciso fuori dall’abitazione dove si aggirava ancora sveglio.

Eliminato il primo ostacolo, il killer si diresse, brandendo una roncola, all’interno della dimora e raggiunse la camera da letto dove Giuseppa e Rita, svegliate all’improvviso dal fragore dell’arma da fuoco, gridavano senza che nessuno in grado di aiutarle potesse sentirle.

Le malcapitate, inermi, vennero colpite ripetutamente, senza pietà, come ciocchi di legno e in pochi minuti i loro cadaveri sfregiati caddero riversi sul pavimento allagato di sangue. Consumato il delitto, il responsabile della strage prelevò da una cassapanca il denaro che vi era custodito e sparì nell’ombra con la refurtiva.

A segnalare l’orrendo crimine fu Raffaele Cossu, nipote di Leonardo Meloni, che prima bussò alle porte di un paio di stazzi della zona, ma venne ignorato per via della sua fama di alcolizzato e di persona poco raccomandabile e infine si rivolse ai carabinieri di Sassari. Secondo la versione raccontata dal testimone alle forze dell’ordine, lo stesso Cossu si stava recando a casa dello zio quando quattro uomini, sbucati all’improvviso dall’oscurità, lo avrebbero aggredito prima di introdursi nella dimora e compiere il massacro.

Il maresciallo e il capitano, che raccolsero in caserma la deposizione, trovando il racconto dell’accaduto incerto e lacunoso, decisero di trattenere il ragazzo in caserma, mentre una squadra si recava sul posto per accertare la situazione e reperire eventuali indizi.

L’interrogatorio di Raffaele Cossu, persona già nota agli inquirenti per piccoli precedenti penali, intanto proseguiva, e a ogni domanda le sue risposte diventavano sempre più contraddittorie. Dopo qualche ora spuntarono fuori i nomi dei presunti responsabili: Giovanni Canu, Cosimo Sanna, Raffaele Sini e Antonio Ulleri.

I quattro, essendo conoscenti delle vittime, avrebbero eliminato l’intera famiglia Meloni per non essere identificati dopo la rapina. Avrebbero inoltre cercato di ammazzare, prima di tutti, il giovane sopravvissuto, che nonostante le percosse subite sarebbe riuscito a fuggire.

Cossu mostrò agli ufficiali di polizia



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