I delitti di Napoli by Bruno De Stefano

I delitti di Napoli by Bruno De Stefano

autore:Bruno De Stefano [Stefano, Bruno De]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854183919
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2015-07-10T22:00:00+00:00


Nell’ordinanza di custodia cautelare, il GIP Pasqualina Paola Laviano scrive che «le modalità operative e la condotta tenuta dal Cadice immediatamente dopo lasciano ritenere che siano stato lo stesso maresciallo a uccidere Cirillo»: nel provvedimento si legge, inoltre, che «anche la decapitazione sarebbe stata effettuata dall’autore dell’omicidio per impedire la ricostruzione dei fatti».

Stando a quanto accertato dai PM e dai carabinieri, dunque, la vicenda sembra fin troppo chiara. Sebbene, va detto, senza il ritrovamento della testa mozzata il castello accusatorio rischia di sgretolarsi da un momento all’altro. E infatti, la tesi della Procura si schianta al primo ostacolo, quando il giudice per l’udienza preliminare di Torre Annunziata ritiene che le prove raccolte non siano assolutamente sufficienti per poter finalmente celebrare un processo e quindi scagiona Cadice dall’accusa di essere il boia di Cirillo. A un anno dal ritrovamento del cadavere, l’inchiesta deve ripartire da zero, l’orribile esecuzione resta senza un colpevole e il maresciallo torna in libertà dopo aver rischiato un processo al termine del quale avrebbe potuto beccare l’ergastolo.

Contro la sentenza del GUP, però, annunciano ricorso sia gli avvocati di parte civile, Gerardo Inserra ed Ernesto Sibilio, sia la Procura, convinti che invece ci siano tutti gli estremi per trascinare l’amico della vittima in tribunale.

E, infatti, è quel che accade: la Suprema Corte accoglie il ricorso e Cadice si ritrova catapultato davanti alla Corte di Assise di Napoli. I suoi difensori sostengono con forza che non ci sono elementi per poter affermare con indubitabile certezza che sia stato lui ad ammazzare il dipendente della Novartis. Uno sforzo che si rivela inutile perché il dibattimento, lungo ed estenuante, si conclude in maniera diametralmente opposta rispetto alla decisione del GUP. Sul volto dell’imputato sparisce l’espressione visibilmente sollevata con la quale aveva accolto la sentenza di proscioglimento; ed è con una smorfia di disperazione che nel novembre del 2011 accoglie una sentenza pesantissima: l’ex maresciallo (nel frattempo collocato fuori i ranghi dell’Arma) è colpevole e merita una condanna a 28 anni di carcere.

Secondo i giudici, il movente è da ricercare nell’astio tra Cirillo e il suo carnefice, un contrasto nato nell’ambito del giro di usura nel quale entrambi erano coinvolti. Per la Corte, infine, Cadice tagliò la testa a Cirillo per evitare che fosse ritrovato il proiettile esploso con la pistola d’ordinanza. La sentenza di primo grado, dunque, sembra aver messo una pietra tombale sulla vicenda, ma se i familiari di Cirillo sono soddisfatti per la punizione inflitta all’autore del macabro assassinio, i legali dell’ex sottufficiale sono ancora convinti di ribaltare tutto nel processo di secondo grado.

La certezza di poter rovesciare la sentenza è rafforzata da nuove prove raccolte dall’avvocato Andrea Castaldo, uno dei difensori del maresciallo; gli elementi a discolpa del presunto killer non potranno essere però utilizzati:



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