I giorni felici by Teresa Ciabatti

I giorni felici by Teresa Ciabatti

autore:Teresa Ciabatti [Ciabatti, Teresa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-11T12:00:00+00:00


9

Tutta colpa di quella bambina. Le succedeva sempre qualcosa. Due settimane prima erano state le tonsille, costringendo Cristiano a starle vicino (tanto che loro, Sabrina e Cristiano, si erano potuti vedere solo tre volte in sedici giorni!), a novembre l’otite, a ottobre il morbillo. Ecco, questi erano gli inconvenienti di stare con un uomo sposato. Ma Sabrina non ci aveva potuto fare niente, e neanche Cristiano.

Era stato più forte di loro. Si erano baciati la prima volta l’8 ottobre, il giorno dopo che Sabrina aveva spaccato il violino di Giacomo Gensini.

Quel giorno Cristiano era passato a ritirare le bollette e subito, appena Sabrina gli aveva aperto la porta, a lui era bastato uno sguardo per capire il suo stato d’animo.

«Sabrina, cos’hai?»

«Niente...» aveva sviato lei radunando le bollette sul tavolo.

«Ti vedo strana.»

«Sul serio, va tutto bene.»

Ma lui non aveva mollato. «Hai litigato con tuo padre?»

«No» aveva risposto lei, frettolosa.

«Roberto?»

«Non è successo niente, davvero.»

Lui si era avvicinato. «No, tu hai qualcosa» aveva detto guardandola dritto negli occhi, «con me puoi parlare.»

E lei era crollata. «Non ce la faccio più.»

Gli aveva raccontato tutto: l’aggressione verbale di Gensini, le risate di scherno degli altri ragazzi, la mancanza di idealismo del corpo insegnanti.

Cristiano non l’aveva mai interrotta.

«Mi sento umiliata» aveva concluso lei con gli occhi lucidi.

Lui l’aveva presa per le spalle. «Tu sei la migliore» le aveva detto.

«Lo so, ma è tutto così difficile.»

«Ma sai una cosa? Meglio così!» aveva improvvisamente cambiato tono Cristiano.

«Che vuoi dire?»

«Che per te è arrivato il momento di cambiare.»

«La musica è la mia vita.»

«Ma non esiste solo il conservatorio.»

«Cristiano, tu non sai che significa...» aveva mormorato lei, prima che le parole le morissero in gola.

Lui le aveva fatto una carezza sulla guancia. Era stato in quel momento che si erano guardati negli occhi. L’istante in cui fra loro era cambiato qualcosa. Un leggero tremore nelle mani di lui, rossore sulle guance di lei. E poi era successo tutto.

Da quel giorno – esattamente due mesi e quindici giorni prima – era cominciata la loro storia. E le paure iniziali («Se ci scoprono?», «Come facciamo a tenerlo nascosto?», «Oh, lo capiranno tutti e sarà una tragedia!») erano state fugate. Subito infatti si erano resi conto che era molto più facile di quello che pensavano: che male c’era se il padrone di casa andava con regolarità – una volta per le bollette, un’altra per lo scaldabagno, un’altra ancora per un pericoloso cortocircuito – a controllare il suo appartamento?

Già, la casa era un bell’alibi. E quante volte Sabrina si era domandata cosa sarebbe successo se non avesse preso quell’appartamento. Lei e Cristiano si sarebbero innamorati comunque? Avrebbero mai trovato il coraggio di baciarsi?

Benedetto il giorno che era andata ad abitare lì! Benedette tutte le circostanze che l’avevano portata proprio in quella casa. Sarebbe bastato un piccolo cedimento da parte sua, una minima indulgenza dovuta all’esasperazione di quel periodo, e le cose sarebbero andate diversamente. Chissà dove sarebbe stata. Probabilmente in quel bugigattolo a Monte Mario che le aveva trovato Riccardo. Povero papà, Sabrina l’aveva capita la sua buona fede.



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